20 maggio 2018

Lucca Art Fair. Ecco come è andata la terza edizione della fiera toscana

 

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Si avvia alla chiusura Lucca Art Fair, l’unica fiera del centro-sud d’Italia. Oggi ultimo giorno di apertura ed è tempo di bilanci. Se buona è risultata essere la partecipazione italiana (circa 2000 i visitatori dichiarati dall’organizzazione), più parca è stata quella straniera, di cui però il centro città, distante meno di due chilometri, non è di certo sprovvisto. Nei primi due giorni di apertura si è percepita un’affluenza non ampissima nei numeri, ma qualificata negli interessi, attenta tanto alle proposte storicizzate quanto a quelle emergenti. Timide approvazioni giungono dai galleristi, che a fronte di vendite contenute si dicono soddisfatti dei tanti contatti mentre gli organizzatori annunciano un’aumentata presenza di gallerie straniere. Non poche le opere di pregio, presentate soprattutto dalle gallerie più note, solo per citarne alcune: Lara e Rino Costa di Valenza, Bergamini&Minuti, con doppia sede a Roma e Milano, Bonioni Arte di Reggio Emilia, Armanda Gori di Prato, e le lucchesi Claudio Poleschi e Prometeo Gallery, quest’ultima con sede anche a Milano. Perfettamente integrate con le maggiori appaiono le gallerie più giovani, alcune addirittura neonate, come Gian Marco Casini di Livorno, C23 Home Gallery di Lucca, alla seconda apparizione fieristica (la prima alla passata edizione di Set Up a Bologna), e Kyro Art Gallery di Pietrasanta, unica galleria italiana a rappresentare l’artista albanese Anila Rubiku. Cinque le sezioni proposte dalla kermesse lucchese, da quelle consolidate “Main Section” ed “Editoria” a quelle più innovative “Letture critiche” a cura di Francesca Baboni, che mette in dialogo gli artisti di quattro diverse gallerie, e “Temporary Art Zone” in cui sono racchiuse le cinque gallerie ad indirizzo più sperimentale. Una novità assoluta è costituita dalla quinta ed ultima sezione “Art Tracker”, curata da Gabriele Tosi, che vede coinvolti, con lavori site specific i quattro artisti vincitori dell’omonimo premio assegnato nell’ottava e precedente edizione del Premio Combat: Martina Brugnara, Chiara Campanile, Marco Groppi e Simone Monsi. Una sezione diffusa il cui scopo è quello di creare una maggiore sinergia all’interno del sistema, facendo interagire in maniera virtuosa gallerie e artisti fuori fiera.

Tempo di bilanci ma anche di prospettive future. La prima e più importante è il coinvolgimento delle istituzioni che, come afferma l’ideatore della Fiera, Paolo Batoni, «Hanno iniziato a credere nel progetto e stanno seriamente pensando di sostenerlo. Tra i primi obiettivi vi è quello di creare un fondo di acquisizione, al fine di sostenere la giovane arte contemporanea, ma anche quello di coinvolgere maggiormente la città con mostre e installazioni diffuse». E prosegue «Con la presente edizioni abbiamo tentato di dare alla fiera una propensione molto più contemporanea, anche rispetto alle due precedenti». Appuntamento, dunque, all’anno prossimo. (Carmelo Cipriani)

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