20 marzo 2018

La storia del Ritz Paris all’incanto da Artcurial

 

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Le hanno definite “schegge di storia”. E come dargli torto? Sono gli oggetti su cui hanno riposato, scritto, fumato, cenato e pranzato, riso, pensato e forse pianto, di amarezza o gioia, Maria Callas, Ernest Hemingway, Coco Chanel, Audrey Hepburn, Truman Capote, Marlene Dietrich, Lauren Bacall e Marcel Proust, per dirne alcuni senza contare milionari e politici, dai Vanderbilt, i Rockefeller e anche Winston Churchill.
Sono circa 3mila e 500 pezzi di quello che fu il Ritz di Parigi, il celeberrimo albergo riaperto nel 2016 dopo quattro anni di intensi restauri, che non sono più tornati ad arredare stanze e corridoi e saloni nell’edificio di Place Vendôme. In realtà, il corpus originale di questi “orfani” è di 10mila unità. Perché vi raccontiamo questa storia? Perché Artcurial ha avuto l’onore di catalogarli, e sceglierne il nucleo che andrà in asta nella Capitale francese dal prossimo 17 aprile. Cinque giorni di vendita, per ridare una casa ad arazzi, poltrone, lampade, canapé, lampadari, acquerelli, tazze e tazzine, teiere, cristalleria, argenti, tappeti, orologi, sedie, tavoli, copie di dipinti celebri (da Modigliani agli Impressionisti), fino a tovaglie e tessuti. 
Scrive Alexis Grégory nel saggio che accompagna il raffinatissimo catalogo di vendita: “Place Vendôme è la piazza più importante di Parigi. Un omaggio alla cultura, all’architettura, la gioielleria: è come piazza San Marco a Venezia, centro nevralgico della vita urbana” e cita episodi che hanno fatto la storia del magnifico albergo aperto nel 1898. Come quando, per esempio, il Re Edoardo VII disse a César Ritz: “Non mi chieda cosa ordinare, lei conosce i miei gusti meglio di quanto li conosca io”. 
Venduto nel 1979 al milionario Mohammed Al Fayed, che per preservarne la sua eredità e il suo tesoro ne ha avviato appunto i restauri nel 2011, riportando di nuovo l’accento sul Ritz come uno di quegli splendidi simboli – icone di cultura popolare e mitica allo stesso tempo che hanno fatto l’humus “moderno” della Ville Lumiére.
Il prezzo per avere un po’ del Ritz, anzi del “C’era una volta il Ritz Paris”? Dai 100 ai 3mila e 500 euro. Stavolta, lo possiamo dire forte, è davvero nulla per “il prestigio, lo charme, l’eleganza senza tempo” che emanano questi oggetti, come descritti dalla direttrice di Artcurial Italia Emilie Volka. 
Se siete a Milano, a Palazzo Crespi, potrete vedere un assaggio fino al 25 marzo. (MB)

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