14 ottobre 2017

La via della fotografia porta a Verona. Tre mostre in tre nuovi spazi

 

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1, 2, 3…tre nuove gallerie dedicate alla fotografia, tre mostre per inaugurarle. È il progetto di Marco Monari e Paolo Mazzo che, moltiplicando l’attività di Quasi Fotografo, trasformano via Carducci nella via della fotografia: un percorso fisico per eventi espositivi, incontri con gli autori, progetti integrati. 
Via Carducci si trova nel cuore del quartiere di Veronetta, protagonista di una vera rinascita grazie al fiorire di nuove iniziative culturali e di attività commerciali tese alla valorizzazione delle eccellenze locali e aperte a contaminazioni con il panorama internazionale. Quasi Fotografo elige questa via a sede diffusa per un progetto che va dalla ricerca alla produzione artistica grazie a collaborazioni con artisti italiani e stranieri, alla realizzazione di corsi, all’organizzazione di eventi e incontri. Ai civici 9, 14 e 29 aprono così tre nuovi spazi: una libreria con un preziosissimo catalogo di libri d’arte e due gallerie che, oltre a luoghi votati all’attività espositiva e dedicati esclusivamente al medium fotografico, ospitano incontri e corsi in collaborazione con la scuola Verona Fotografia. L’occasione si presta per l’inaugurazione di tre mostre: in Quasi Fotografo 1, al n.29 è possibile vistare la personale di Marco Monari “Guarda come si muove il cielo dietro gli alberi”, un lavoro sulle tre città che hanno segnato la crescita artistica di Monari in 40 anni di fotografie. Al n.9, in Quasi Fotografo 2, troviamo invece gli esiti del workshop “Crespi D’Adda in banco ottico”: tra i volumi della libreria sono allestiti gli scatti degli studenti di Verona Fotografia. Al n.14 infine, in Quasi Fotografo 3, incontriamo Phil Polglaze che presenta “7 a.m./7 p.m. _ Carducci Street”. La ricerca del fotografo londinese è da sempre incentrata sul rapporto con la gente, con chi abita un luogo, così, arrivato a Verona, decide di trascorrere 12 ore per strada, la stessa che ospiterà il suo lavoro, e di immortalarne l’esistenza quotidiana, i suoi abitanti, chi ci lavora, chi ci passa per caso. Alla sessione di scatti segue una postproduzione fatta di forbici e di visioni: le figure si moltiplicano in sequenze dinamiche o si delocalizzano o ancora si perdono in frammenti scomposti. 
Le tre mostre sono visitabili fino al 25 ottobre, quando lasceranno il posto a nuovi a progetti, a nuove idee, a nuove immagini. (Jessica Bianchera)

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