10 giugno 2017

L’edizione, che passione!

 
Una nuova fiera dedicata all'editoria indipendente, alla fotografia e all'arte. Ad ingresso libero, per due giorni a Milano. Signore e Signori, BookBeat!

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Non c’è solo la celeberrima Fruit, che arriva a Bologna ogni anno durante Arte Fiera, non c’è solo Book Pride che a Milano, lo scorso marzo, ha radunato oltre 200 case editrici indipendenti, non c’è solo solo OFF Print a Parigi e ovviamente non c’è solo il Salone del Libro (rassegna quest’ultima decisamente differente e letteraria nel vero senso della parola), ma c’è invece – e di questo potete starne certi – un’assoluta frenesia di bella carta stampata, meglio se corredata di progetti fotografici.
Ed ecco che nasce, ancora una volta a Milano, in occasione della prima PhotoWeek, anche la prima edizione di BookBeat. Le premesse? “Una rassegna, a ingresso libero, volta a dare voce a piccole case editrici, sia italiane che estere, a fotografi e artisti, che hanno la possibilità di presentare il proprio lavoro ad un pubblico ampio ed eterogeneo”.
Dove? Nelle sale del Castello Sforzesco, location d’eccezione che non ha bisogno di molte descrizioni. Avrebbe invece bisogno di essere raccontato questo fenomeno, ovvero della voglia di raccogliere e di produrre ottimi prodotti da sfogliare, pagine di bellezza e originalità verrebbe da dire. 
Chissà, forse perché nell’epoca dei social media, delle fake news, della distratta attenzione ai messaggi, si sta acuminando il bisogno di avere tra le mani “riviste”, diciamo pure libri d’artista, sempre più raffinati, sempre più approfonditi, sempre più belli? Forse. Forse per riscoprire il gusto di collezionare anche a costi contenuti oggetti più fruibili di un dipinto o di un video, e meno impegnativi a livello di conservazione? 
Forse, anche, perché si cerca un affrancamento (un miracolo!) rispetto al tempo forsennato di utilizzo di FB, della realtà aumentata, di whatsapp. Ecco, da una pubblicazione su carta si cerca la possibilità, non facile, di farci inchiodare. Distogliendo il nostro sguardo e la nostra mente dallo smartphone per più di 10 minuti. Un compito che oggi pare essere davvero una roulette russa, più che una scommessa! (MB)

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