31 agosto 2015

Solo chi lavora, serve

 
Il tema è sempre lo stesso: i migranti. L'Europa, come non mai, si sente quasi attaccata. E povera di soluzioni. E la Gran Bretagna che fa (che tanto in Europa non è)? Mette al varco gli immigrati non lavoranti. Per tutelare politiche previdenziali e servizi

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Nei giorni scorsi si era letta una notizia che, per chi è vagamente attento, non era certo una novità: gli italiani che scelgono di emigrare per cercare fortuna o perché hanno trovato qualche opportunità da quelle parti, scelgono Londra. Tanto che, a quanto pare, sono stati qualcosa come 57mila i migranti tricolore verso la Capitale inglese, negli ultimi anni. 
Orbene: se vi dicessero che da domani col cavolo che potete andare a cercare un’occupazione, un futuro, una speranza nella perfida Albione? Sì, perché forse Londra (e la Gran Bretagna tutta) sarà forse più cattiva di prima: basta libera circolazione per chi non ha lavoro! Tradotto: tutti quelli che non fanno qualcosa, a casa! Musica per le orecchie di qualche partito, un po’ meno per chi si affida alla speranza di un futuro migliore in un altro Paese. Come fanno i migranti.
Già, anche oggi il problema sono loro, con il loro carico di incertezze e di problematiche, talmente grande che hanno fatto dichiarare alla Ministra Theresa May (colei che si occupò della vicenda del passaporto di Ai Weiwei): “L’attuale livello dell’immigrazione non è sostenibile, in quanto mette troppa pressione sulle infrastrutture e i servizi pubblici”. Lo ha scritto in un editoriale del Sunday Times, all’indomani di quella sorta di “mea culpa” di Angela Merkel, resasi conto di quel che passa in Europa, a livello di clandestinità.
Una posizione ferrea, in attesa della riunione d’emergenza del 14 settembre prossimo a Bruxelles, sull’immigrazione. 
“Ridurre l’immigrazione al netto dall’Ue non significa un mancato rispetto del principio di libera circolazione. Quando è stato inizialmente sancita, libera circolazione significava libertà di spostarsi per lavorare, non libertà di attraversare le frontiere per cercare un lavoro o usufruire delle politiche previdenziali”. Il senso profondo, di tutto, è che la “civiltà” europea – “degna” di pochi – non può essere messa in crisi.  
Ecco perché i termini, tra Inghilterra e Unione Europea, vanno rinegoziati. Facile, no? Quasi come vendersi tutto per attraversare il Mediterraneo a bordo di un barcone. (MB)

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