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Un intreccio razionale tra arte, design e architettura. Le forme di Jörg Schellmann, che non è un designer ma un editore e gallerista, (tutto quello che vedrete in mostra è stato disegnato a partire dal 2008, oggi realizzati, prodotti e distribuiti da Moroso), sono in dialogo – anzi, in Vis-à-vis, titolo scelto della mostra a cura di Andrea Bruciati – con Daniel Buren, Donald Judd, Gehrard Merz, Peter Halley, Cindy Sherman, Liam Gillick, Gilbert & George e Rosemarie Trockel, a cui si aggiungono quelli di Sarah Morris e Sol LeWitt.
Et voilà, la galleria è servita. Anche perché vi stupirà l’armonia dell’allestimento, dove le forme basiche di Schellmann sono un vero e proprio opposto rispetto a chi ricorda il Fuori Salone 2014 del brand friulano, affidato a Martino Gamper.
Eppure il risultato è d’impatto, con un dialogo deciso proprio con i più minimali: Judd, Buren, LeWitt, mentre di Trockel e anche di Gilbert & George, troverete alle pareti i multipli del progetto “Wall Works”, recentemente acquistato dalla Neue Nationalgalerie di Berlino, ovvero opere d’arte concettuale, create appositamente dagli artisti per poter essere riprodotte, in edizione limitata, su pareti di varia dimensione e proporzione.
«Le opere di questa mostra hanno ispirato le mie idee: sono sistemi formali piuttosto che invenzioni artistiche, sequenza e ripetizione, il tutto e le sue parti, radicale semplicità, assenza di ornamenti, e la rivelazione dei processi di produzione», dichiara il designer.
E stavolta, finalmente, il dialogo tra “sistemi” è visibile. Vis-à-Vis, appunto.