22 luglio 2019

Giuseppe De Mattia e la strage di Ustica, a Bologna

 

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Domani, 24 luglio, a Bologna, alle 21.30 prenderà vita la performance di Giuseppe De Mattia (1980, Bari) Allo stesso tempo, commissionate dal MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e dell’Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica. «Allo stesso tempo – si legge nel comunicato stampa – è un’opera composita, pensata specificamente per il Museo per la Memoria di Ustica, in cui i concetti di tragedia e tempo entrano in dialogo». Una performance per cui Giuseppe De Mattia, ha voluto sul palco le voci di Francesca Bono e Emidio Clementi e i suoni di Stefano Pilia.
Allo stesso tempo si colloca nell’ambito della rassegna di eventi culturali Attorno al Museo, organizzata in occasione del XXXIX anniversario della Strage di Ustica dall’Associazione Parenti delle Vittime nel Parco della Zucca antistante l’ingresso del Museo per la Memoria di Ustica. 
Abbiamo posto alcune domande a Giuseppe De Mattia.
Come è nato questo lavoro? 
«È nato da una committenza del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e dell’Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica. Lorenzo Balbi, direttore artistico del MAMbo, mi ha invitato ad un incontro con Daria Bonfietti e Andrea Benetti dell’Associazione e Giuseppe Mariani di Cronopios e mi hanno dato questa bella notizia: ero molto contento e preoccupato allo stesso tempo». 


Come ti sei avvicinato a una tragedia di questa portata? 
«Ho passato un mese a pensare a un progetto che tenesse conto della grossa responsabilità di cui è pregno un incarico di questo tipo. Pensando che un lavoro di tipo storico non sarebbe stato nelle mie corde, ho fatto quello che mi rappresenta di più: creare un lavoro sottile, su piccoli elementi, paralleli e marginali e lavorare sulla rimozione. Ho pensato che avrei dovuto semplicemente fare il mio lavoro, senza strafare e coinvolgendo altre figure, come “strumenti” del mio lavoro. Mi piace lavorare così e da quel momento è stato tutto molto più semplice. I committenti hanno apprezzato e sostenuto l’idea dal primo momento». 
Nel comunicato stampa si legge che presenterai una performance e un’installazione. Quali sono i punti cardine della performance e come hai lavorato con gli altri tre artisti? 
«In effetti è un’installazione temporanea. Dura una quarantina di minuti, nei quali verranno messe in atto due azioni performative. Ci sarà la lettura, con le voci di Emidio Clementi (Massimo Volume) e Francesca Bono (Ofeliadorme) degli ottantuno messaggi audio che ho raccolto in questi mesi, in cui chiedevo a bruciapelo a gente nata dal ’70, a cosa pensavano a fine giugno 1980. Con gli altri ho lavorato come faccio spesso: do delle indicazioni di massima su come immagino il lavoro finito e lascio loro la massima libertà di intervenire e suggerire. Le due voci hanno avuto pochissime direzioni di interpretazione dei mini-racconti. Entrambi lo fanno continuamente nel loro lavoro, non potevo aggiungere altro. Li ho scelti per la loro bravura oltre che per il loro timbro e accento neutro. È stato come scegliere un pennello piuttosto che un altro. Per quanto riguarda la scelta dell’ideatore del contributo sonoro, anche lì, mi sono fidato di Stefano Pilia (Afterhours). So benissimo come lavora, lo seguo da anni e sapevo che con poche e minime indicazioni mi avrebbe restituito quello che avevo in mente, anzi molto di più».
Come sarà l’installazione? 
«Parte dell’installazione è anche un video in cui scorreranno in scroll-up e in loop, come dei titoli di coda, gli 81 disegni che ho effettuato, usando come “modelle non timide” altrettanti pezzi del velivolo che, come in un puzzle, ricostruiscono il DC9 all’interno del Museo per la Memoria di Ustica.
Li ho scelti, fotografati e ritratti con un pennello e della china su fogli di carta 30×40 cm».
Come si inserisce questo lavoro nella tua ricerca?
«Questo lavoro, che ho chiamato Allo stesso tempo, è una variante di un’opera complessa che faccio da un po’ di anni, ormai più quasi come un lavoro zen che come opera vera e propria, Disegni interrotti. Questa serie di artefatti prende come modelli dei frammenti di un disegno intero interrotto da una rottura, da una caduta, da una sciagura. Il frammento che si fa soggetto diventa esso stesso un disegno astratto, dettato dal caso e dal tempo. In più c’è una modalità di lavoro che ho applicato anche questa volta, che riconosco sempre più mia e cioè quella di unire la parte di creazione a quella in cui “curo” la presenza di altri artisti all’interno della mia opera. Ciò mi permette di avere una parte fuori dal mio completo controllo e questo aspetto è una componente fondamentale della mia ricerca. Anche l’affiancamento di suono, micro-narrazione e disegno è parte integrante del mio percorso come artista». (Silvia Conta)
Allo stesso tempo
Installazione e performance 
Opera di Giuseppe De Mattia 
Voci sul palco di Francesca Bono, Emidio Clementi 
Suoni di Stefano Pilia 
24 luglio 2019, h 21.30
Nell’ambito della rassegna di eventi culturali “Attorno al Museo”
organizzata in occasione del XXXIX anniversario della Strage di Ustica dall’Associazione Parenti delle Vittime
27 giugno – 10 agosto 2019
Parco della Zucca (antistante l’ingresso del Museo per la Memoria di Ustica), Bologna 
Programma completo degli appuntamenti di Attorno al Museo: www.attornoalmuseo.it

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