22 febbraio 2019

“Sotto la tazza blu” a Yellow, Varese

 

di

Marco Ceroni, Alessandro Fogo, Giulio Frigo, Diego Gualandris, Valerio Nicolai e Giuliana Rosso sono gli artisti riuniti nella collettiva “Sotto la tazza blu”, a cura di Giulia Gelmini, che inaugura domenica 24 febbraio a Yellow, spazio no profit di Varese, fondato nel 2014 da Vera Portatadino e interamente dedicato alla pittura. «”Sotto la tazza blu” – spiega la curatrice della mostra nel comunciato stampa – nasce da un’indagine sulle forme della pittura contemporanea e sull’immaginario che accomuna alcuni artisti, impegnati nella traduzione formale di ciò che, il più delle volte, sembra provenire da un sogno. Visioni fantastiche, personaggi appartenenti ad altri mondi e scenari onirici prendono vita sulle tele di artisti di una generazione che si chiede quali siano le modalità per esplorare l’ambito pittorico o come si possa instaurare un confronto con una storia dai connotati quasi dogmatici. Ed esistono numerose possibilità e risposte, di cui in mostra ne sono proposte una selezione».
Abbiamo posto alcune domande sul progetto espositivo a Giulia Gelmini, in attesa dell’opening.
Qual è il concept della mostra?  
«”Sotto la tazza blu” nasce da una ricerca recente sulla pittura contemporanea e dalla frequentazione degli studi di alcuni artisti, accumunati da un’esigenza di sconfinamento, di fuoriuscita dai limiti della realtà, per approdare su mondi paralleli sconosciuti. In seguito a visite in studio e conversazioni avute nell’ultimo anno, non ho potuto fare a meno di notare come la componente onirica e l’utilizzo del racconto sia ricorrente in molte elaborazioni artistiche. La domanda alla quale questa tendenza dà risposta riguarda le modalità con le quali è possibile oggi esplorare la realtà e il vissuto quotidiano. Per Marco Ceroni, Alessandro Fogo, Giulio Frigo, Diego Gualandris, Valerio Nicolai e Giuliana Rosso, la traduzione formale del quesito prende le forme di un sogno, di un mondo apparentemente esistente, ma che cela componenti surreali e immaginifiche.  Ho preso in prestito il titolo del celebre saggio di Rosalind Krauss, “Sotto la tazza blu”, per un motivo preciso. Come accaduto a Krauss, che in seguito a un aneurisma perde temporaneamente la maggior parte dei ricordi, la mostra vuole essere un invito a osservare il mondo come per la prima volta. Al pubblico viene chiesto uno sforzo: dimenticare il passato e lasciare la mente sgombra da ogni impedimento mnemonico, per immergersi in un’altra dimensione. Tutte le opere esposte sono pensate come soglie da attraversare, portali che conducono in un aldilà misterioso. Inoltre, nel saggio, Krauss definisce alcuni artisti “cavalieri”, coloro che lottavano per la reinvenzione del medium artistico, e in questo caso vedevo una connessione con il ruolo di questi sei artisti in mostra, che utilizzano la pittura e la scultura per esprimere un’esigenza di fuoriuscita dai limiti del supporto utilizzato attraverso un contenuto “sconfinante”». 
Come hai scelto gli artisti invitati e come è strutturato il percorso espositivo? 
«La scelta degli artisti è avvenuta in seguito a un confronto diretto sulle tematiche affrontate in mostra. Mi piace andare in studio per conoscere come lavora ogni artista e qual è il loro punto di vista. Seguo gli artisti invitati da tempo e dopo aver riscontrato un effettivo elemento comune tra di loro ho subito pensato che una mostra sarebbe stato il modo perfetto per presentare la ricerca che sto portando avanti da tempo. Mi sembrava una buona occasione per fare “il punto della situazione” sulle pratiche contemporanee e su ciò che interessa agli artisti oggi.  Per quanto riguarda il percorso espositivo, vi è il lavoro di un artista in particolare che ho immaginato come apertura perfetta. Si tratta di Marco Ceroni, peraltro l’unico a non lavorare con la pittura. Le sue opere si offrono come le soglie da attraversare metaforicamente per entrare in questa nuova dimensione. Una scultura a parete ricorda uno spirito guardiano, un’installazione composta da mascelle dentate che sorreggono un neon arcuato e una fotografia nella quale un effetto ottico fortemente illusorio trasforma un dissuasore di sosta in un portale magico, sono gli elementi di una narrazione che incomincia a trasformare il reale, rileggendolo. Dopo un primo incontro con queste opere, la mostra si evolve come in un sogno, in cui la logica viene sostituita dalla dimensione fantastica. Ogni artista ha presentato uno o più lavori recenti che fungono da stimoli visivi e da ulteriori portali in cui addentrarsi in modo completamente istintivo. “Sotto la tazza blu” è una raccolta di sogni lucidi o allucinazioni ipnagogiche materializzati grazie all’intervento di un gruppo di artisti che sembra riproporre un’interpretazione del realismo magico letterario».
Una domanda a Yellow (a cui a risposto Vera Portatadino, a nome di tutto il comitato curatoriale): come si inserisce questa mostra nella vostra programmazione? Quali saranno i prossimi progetti?  
«Abbiamo deciso di coinvolgere Giulia Gelmini, giovane critica e curatrice, nell’intento di proseguire la nostra ricognizione non solo delle svariate ricerche intraprese dagli artisti, ma anche dei punti di vista di chi la pittura la guarda e la propone, per progressivamente studiare tendenze, esigenze, similitudini o contrasti soprattutto all’interno del panorama italiano. I prossimi appuntamenti ci vedranno ospitare due artisti giovanissimi, Giacomo Montanelli e Jimmy Milani, in concomitanza con Miart, domenica 7 aprile, per poi proseguire con un progetto collettivo sull’autoritratto a maggio e con i consueti scambi internazionali con altre realtà simili alla nostra, nei mesi a seguire. Presto riprenderà anche il calendario di “Noccioline”, la serie di informali serate che aprono e mappano gli studi dei pittori che lavorano in Italia, grazie a piccoli eventi di una serata, a suon di playlist musicali e montagne di croccanti noccioline». (Silvia Conta)
Marco Ceroni, Alessandro Fogo, Giulio Frigo, Diego Gualandris, Valerio Nicolai, Giuliana Rosso
“Sotto la tazza blu”
a cura di Giulia Gelmini
Dal 24 febbraio al 24 marzo 2019
Yellow
Viale San Pedrino 4, Varese
Opening: 24 febbraio 2019, ore 18
Orari: su appuntamento
www.yellowartspace.com, yellowartistrunspace@gmail.com

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