23 gennaio 2019

La Collezione Schulhof a Venezia

 

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Da Mark Rothko a Alberto Burri e Lucio Fontana, da Agnes Martin a Donald Judd e Frank Stella fino a Anselm Kiefer passando per molti altri grandissimi nomi di artisti che hanno fatto la storia dell’arte del dopoguerra: è la collezione Schulhof, che dal 25 gennaio sarà esposta nelle sua interezza nelle sale della Collezione Peggy Guggenheim, a Venezia. La mostra, Dal gesto alla forma. Arte europea e americana del dopoguerra nella Collezione Schulhof, a cura di Gražina Subelytė, Assistant Curator, e Karole P. B. Vail, direttrice del museo veneziano, si snoda attraverso ottanta opere che i coniugi Schulhof acquistarono a partire dalla fine degli anni Quaranta per i successivi quattro decenni, raccogliendo importanti pezzi che vanno dall’Espressionismo astratto all’Informale, dal Minimalismo all’Astrazione post-pittorica fino all’Arte concettuale.
Abbiamo posto tre domande a Gražina Subelytė per conoscere la storia di questa collezione e quali saranno i prossimi progetti espostivi a Palazzo Venier dei Leoni. 
Quale è la storia della Collezione Schulhof? Che legame ha con le vostre collezioni?
«Nel 2012 ottanta opere d’arte europea e americana del dopoguerra sono state acquisite dalla Fondazione Solomon R. Guggenheim, quale lascito di Hannelore B. Schulhof (1922–2012) e del marito Rudolph B. Schulhof (1912–1999). Lasciata l’Europa allo scoppiare della seconda guerra mondiale, i coniugi Schulhof si trasferirono negli Stati Uniti, dove alla fine degli anni ’40 e per i successivi quattro decenni, collezionarono l’arte a loro contemporanea. Dal gesto alla forma. Arte europea e americana del dopoguerra nella Collezione Schulhof è l’occasione per vedere la Collezione Schulhof nel suo complesso, con le opere esposte e allestite sulla base degli sviluppi formali dell’arte del periodo postbellico, seguendo così i passaggi tra i movimenti e gli stili che si sviluppano a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale fino agli anni ’80 del Novecento. L’immaginario astratto, inteso come ricerca sul colore, sulla forma e sullo spazio e le loro interrelazioni caratterizza il linguaggio artistico del dopoguerra e diviene il caposaldo della Collezione Schulhof».
Le opere di quali artisti potremo vedere in mostra?
«A partire dal nucleo originario di opere appartenenti all’Espressionismo astratto e all’Informale, la collezione si apre al Minimalismo per arrivare poi all’Astrazione post-pittorica e all’Arte concettuale. L’allestimento segue questo evolversi di un’astrazione sempre più minimale e raffinata. Partendo dalle opere di Willem de Kooning, Hans Hofmann, Joan Mitchell, Mark Rothko, Cy Twombly, Afro Basaldella, Alberto Burri e Lucio Fontana, la mostra prosegue con i lavori di Jean Dubuffet, Agnes Martin, Anselm Kiefer, Hans Hartung ed Eduardo Chillida, per arrivare ai dipinti e alle sculture di Andy Warhol, Donald Judd, Ellsworth Kelly, Kenneth Noland, Frank Stella e Robert Ryman, tra gli altri. Seguendo stili, tematiche, affinità, saranno analizzate le nozioni di gesto, materia, monocromo, segno, griglia, geometria hard-edge e forma».
Come si inserisce questa mostra nella programmazione della Collezione Peggy Guggenheim? Quali saranno le prossime mostre che presenterete?
«Nel 1949 Peggy Guggenheim acquista palazzo Venier dei Leoni, e qui organizza la sua prima mostra di scultura contemporanea, aprendo anche per la prima volta le porte al pubblico. E così farà per i successivi 30 anni, fino al 1979, anno della sua scomparsa. In questo 2019 la Collezione Peggy Guggenheim ricorda queste due date cruciali, 1949 – 1979, che hanno segnato non solo la storia del museo, ma anche la storia dell’arte del XX secolo, con un calendario espositivo che non perde mai di vista la figura della sua fondatrice, e con un’ampissima serie di attività gratuite aperte al pubblico, che si svolgeranno non solo in museo, volte ad attualizzare l’insegnamento coraggioso quanto innovativo di Peggy Guggenheim. In concomitanza all’apertura della mostra dedicata alla Collezione Schulhof le sale di Palazzo Venier dei Leoni ospitano un originale riallestimento della collezione permanente, esponendo la maggior parte delle opere acquistate da Peggy Guggenheim tra il 1938, quando a Londra apre la sua prima galleria Guggenheim Jeune, e il 1947, anno in cui si stabilisce a Venezia. Un allestimento che riflette fortemente l’interesse per il Cubismo, il Futurismo, la pittura metafisica, l’astrazione europea, la scultura d’avanguardia, il Surrealismo e l’Espressionismo astratto americano. Dal 21 settembre (al 27 gennaio 2020), invece, la mostra Peggy Guggenheim. L’ultima Dogaressa celebrerà il collezionismo post 1948: ovvero dipinti, sculture e opere su carta acquisite tra la fine degli anni quaranta e il 1979. Tra questi da momenti da segnalare anche il prezioso omaggio a Jean (Hans) Arp, primo artista ad essere entrato a far parte della sua collezione con la scultura Testa e conchiglia (1933), acquisita nel 1938, con la mostra La Natura di Arp, organizzata dal Nasher Sculpture Center di Dallas, dal 13 aprile al 2 settembre 2019». (Silvia Conta)
Dal gesto alla forma. Arte europea e americana del dopoguerra nella Collezione Schulhof
A cura di Gražina Subelytė e Karole P. B. Vail
Dal 26 gennaio al 18 marzo 2019
Collezione Peggy Guggenheim 
Palazzo Venier dei Leoni, Dorsoduro 701, Venezia
Opening: 25 gennaio 2019
Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 18 (martedì chiuso)    
guggenheim-venice.it

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