19 gennaio 2019

Niente Biennale per lo Zimbabwe

 

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La prevista Biennale di Bulawayo, in Zimbabwe, che è la seconda città del Paese africano, è stata sospesa per le proteste nazionali e il caos economico in corso. L’evento, lanciato l’anno scorso dall’artista e curatrice Sithabile Mlotshwa, è stato posticipato da ottobre 2019 a ottobre 2020.
La caduta del presidente di lungo corso dello Zimbabwe, Robert Mugabe, nel 2017 aveva portato la speranza di un’inversione di tendenza nelle sorti del Paese. Ma le aspirazioni per le riforme economiche sono fallite, con la valuta estera e le materie prime di base sempre più scarse. L’annuncio del presidente Emmerson Mnangagwa di un enorme balzo dei prezzi della benzina a gennaio ha generato proteste e relative violente repressioni da parte delle autorità, con la chiusura dei social media e dei server internet.
Mlotshwa, costretta all’esilio sotto Mugabe, ha dichiarato che “I cambiamenti avvenuti creano un’opportunità per ricostruire il Paese e si potrebbe presentare meglio lo Zimbabwe attraverso la cultura. Mi sforzerò per questo, indipendentemente dallo stato attuale delle cose”.
La curatrice e artista è stata invitata a creare una biennale per l’Africa meridionale dopo aver lavorato alla Biennale di Yango, nella Repubblica Democratica del Congo nel 2014: “C’è un grande bisogno di più piattaforme che possano rappresentare le arti del continente. Questa biennale non sarà solo per artisti provenienti dall’Africa e dalle sue “diaspore”, ma per portare qui artisti e visitatori da tutto il mondo”.
Nonostante i problemi politici ed economici lo Zimbabwe nel 2011, per la prima volta, ha avuto un proprio padiglione alla Biennale di Venezia e, sotto il curatore della Galleria Nazionale dello Zimbabwe Raphael Chikukwa, il Paese è tornato a Venezia per le edizioni 2013, 2015 e 2017, che hanno visto tra i partecipanti Richard Mudariki e Charles Bhebe.
Mudariki ha riportato: “Sempre più eventi artistici dovrebbero svolgersi nel continente, così da costruire un pubblico locale per gli artisti locali. Gli eventi come la Biennale che consentono un  impegno locale con la popolazione locale vanno sostenuti”.
In bocca al lupo!

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