15 novembre 2018

L’arte in gioco di Jean Dubuffet

 
Palazzo Magnani di Reggio Emilia celebra Jean Dubuffet con la mostra dal titolo “L’arte in gioco. Materia e spirito 1943-1985” che ne illustra la figura di genio universale e multiforme

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La rassegna, curata da Martina Mazzotta e da Frédéric Jaeger, presenta una selezione di 140 opere di Jean Dubuffet (Le Havre, 1901 – Parigi, 1985) – tra dipinti, disegni, grafiche, sculture, libri d’artista, dischi – provenienti principalmente dalla Fondation Dubuffet di Parigi e dal Musée des Arts Décoratif di Parigi, nonché da musei e collezioni private di Francia, Svizzera, Austria e Italia, oltre a un nucleo di 30 lavori di protagonisti storici dell’art brut, realizzato in collaborazione con Giorgio Bedoni.
Il percorso espositivo, suddiviso in tre sezioni principali, si sviluppa intorno alla dialettica tra le due nozioni di materia e spirito. La prima, dal 1945 al 1960, presenta tutta la ricchezza dei cicli intorno alla materia, da Mirobolus, Macadam et Cie a Matériologies; la seconda verte sugli anni compresi tra il 1962 e il 1974, con i lavori della serie de L’Hourloupe, nati da un disegno eseguito macchinalmente al telefono, che si trasformerà 12 anni più tardi in scultura monumentale. La terza parte esplora il nuovo orizzonte di intenso cromatismo, sviluppatosi tra il 1976 e il 1984 con i Théâtres de mémoire e con i Non-lieux, dove il forte gesto pittorico svela “non più il mondo ma l’immaterialità del mondo” (Dubuffet).
La rassegna include una sezione dedicata all’art brut, termine coniato nel 1945 dallo stesso Dubuffet che ne costituì la prima collezione al mondo designata con tale nome. Si tratta di una forma di espressione artistica spontanea, scoperta dall’artista negli ospedali psichiatrici, propria di quei talenti che, privi di una formazione accademica, sono posseduti da un istinto creatore puro e talvolta ossessivo. A Palazzo Magnani si possono ammirare le opere di Aloïse, Wölfli, Wilson, Walla, Hauser, Tschirtner – divenuti oramai parte integrante della storia dell’arte del XIX/XX secolo – provenienti dalla Collection de l’Art Brut di Losanna, da collezioni private svizzere e dal Gugging Museum di Vienna.
Da segnalare anche in contemporanea, a Palazzo da Mosto a Reggio Emilia, la mostra “La Vita materiale. Otto stanze, otto storie”, ideata da Marina Dacci, che offre interessanti connessioni con l’antologica di Dubuffet.
La rassegna presenta le opere di otto artiste contemporanee, Chiara Camoni, Alice Cattaneo, Elena El Asmar, Serena Fineschi, Ludovica Gioscia, Loredana Longo, Claudia Losi, Sabrina Mezzaqui, accomunate – seppure con sperimentazioni formalmente molto diverse – dall’impiego di materiali spesso umili e tradizionalmente associati all’artigianato.
In alto: Jean Dubuffet, Site domestique (au fusil espadon), avec tête d’Inca et petit fauteuil à droite, 1966 © 2018 Adagp, Paris/ Siae, Roma
In homepage: Jean Dubuffet, Ostracisme rend la monnaie, 1961 (maggio), Acquerello su carta, 50 x 66 cm © Adagp, Paris, 2010
INFO
Opening: su invito
JEAN DUBUFFET. L’arte in gioco. Materia e spirito 1943-1985
dal 17 novembre 2018 al 3 marzo 2019
Palazzo Magnani 
corso Garibaldi 29, Reggio Emilia
orari: martedì – giovedì, 10.00-13.00; 15.00-19.00; venerdì, sabato, domenica e festivi, 10.00-19.00. Lunedì aperto solo per le scuole
www.palazzomagnani.it
                          

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