15 novembre 2018

Affreschi strappati dal mondo. Alla GC2Contemporary di Terni, i frame di Paolo Lasagni

 

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Un artista viaggiatore e contaminatore di linguaggi, capace di fondere, in un’opera unica, fotografia, pittura e musica, attraverso una narrativa personale in grado di coinvolgere – e stimolare – tutti i sensi. È la magia proposta da Paolo Lasagni, fotografo professionista, attivo da decenni sotto lo pseudonimo Hyena, affermato sulla scena musicale cimentandosi nell’immortalare i gruppi emergenti durante gli anni Ottanta e Novanta. Frequentando da vicino il mondo dello spettacolo, grazie soprattutto alle collaborazioni con cantanti e autori italiani come Luciano Ligabue e Piero Pelù, ha collezionato storie e immortalato momenti divenuti materia per la sua arte e non solo per la memoria. Portandole ora in scena, in una mostra ospitata dalla galleria GC2Conemporary di Terni dal titolo “Scena #43”, in cui propone 13 tele inedite e una serie di carte appositamente realizzate per la sua personale, curata da Lorenzo Respi e realizzata in collaborazione con All Around Art, dove affronta il tema della stratificazione della memoria, partendo dall’osservazione dei fenomeni sociali e delle dinamiche di massa, esplorando quella ricerca interiore che lo stesso artista porta avanti sul significato della propria esistenza. 
Dopo aver trascorso cinque anni in viaggio per il mondo, raccogliendo con la macchina fotografica un corpus vastissimo di immagini di luoghi e di persone, da Occidente a Oriente e da Nord a Sud, Lasagni utilizza la tecnica dello strappo d’affresco, arricchita dall’uso di una pittura materica e gestuale, per rileggere i suoi scatti e fissare i vari frammenti di vita su tele complesse e misteriose, nelle quali il tempo ormai trascorso del viaggio si fonde e confonde con la riflessione sulla sedimentazione della memoria e sull’immanenza dell’atto creativo. La pittura di Lasagni è la pittura del buio, dell’emersione dall’inconscio, la cui forza espressiva si manifesta veementemente sia nella tecnica per strati e strappi sia nei colori stridenti che cristallizzano gli “accidenti” del mondo in fermo-immagine dalle atmosfere cupe e industriali del Detroit sound anni ‘90. 
Come nel montaggio di un film autobiografico, accompagnato – non a caso – da una performance musicale che ne rappresenta la perfetta colonna sonora, Paolo Lasagni intitola “Scena #43” questa sua prima personale, con l’intento di fissare concettualmente il punto d’inizio del suo nuovo percorso di ricerca che racconta per immagini pittoriche, frame, appunto, la sua personale visione della contemporaneità. Anche i titoli delle sue opere rievocano il mondo del cinema, da David Lynch a Michelangelo Antonioni, Fuoco cammina con me o Al di là delle nuvole, sono brevi battute dal copione della sua vita. All’interno del quale scrive ora nuove pagine, con l’attuazione di un nuovo percorso creativo e l’esposizione al pubblico. 
La mostra sarà visitabile fino al 3 dicembre. (Alessio Crisantemi)

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