16 ottobre 2018

Fino al 3.XI.2018 Jesùs Herrera Martìnez, Taking care of the garden of Eden White Noise Gallery, Roma

 

di

Genesi 2,8-14 C.E.I.
“8 Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. 9 Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di albero gradito alla vista e buoni da mangiare, tra cui l’albero della conoscenza del bene e del male. 10 Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi. 11 Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre intorno a tutto il paese di Avìla, dove c’è l’oro 12 e l’oro di quella terra è fine; qui c’è anche la resina odorosa e la pietra d’ònice. (…)”
Jesùs Herrera Martìnez in “Taking care of the garden of Eden”, ospitata dalla White Noise Gallery, sembra riprendere il tratto della genesi indagando una natura selvaggia e incontaminata evocando l’Eden. Ispirato dal giardino botanico di Copenaghen istituito nel 1870 grazie alla pioniera Anna Lindhagen, fondatrice della Svenska Naturskyddsforening (Associazione svedese per la protezione della natura) che si adoperò per la salvaguardia dell’ambiente senza compromettere la sua connessione con il territorio. Negli olii di Martìnez, che rappresentano magistralmente il giardino botanico danese, le cromie verdeggianti e brune diventano protagoniste insieme a giochi di luci e di ombre. Le folte chiome vegetali ci guidano in una dimensione “altra”. L’estrema precisione dei dettagli ci rimandano alle pitture fiamminghe seicentesche con un richiamo specifico alle opere di Albert Eckhout dall’estetica sopraffina che ancora oggi risultano utili fonti documentarie per scoprire le lontane terre brasiliane. Al rigore delle pitture si contrappone quello metafisico evocato dalla presenza di solidi platonici tra i quali troviamo anche il solido di Dürer rappresentato in “Melancholia I”. 
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Jesùs Herrera Martìnez, Taking care of the garden of Ede, vista della mostra
Le opere di Herrera Martìnez si caratterizzano anche per l’utilizzo di supporti differenti come per esempio “Have” che nella composizione riprende le fattezze degli antichi polittici in legno trasportabili. Chiusi come scrigni, gelosamente custoditi, ma se aperti questi conducono verso un angolo di giardino, verso una piccola fetta di paradiso da assaporare in totale calma e in meditazione. Così come le putrelle che ricoprono il pavimento di una delle sale della galleria. Queste, dalle diverse tonalità e dalle fantasie varie, si accostano l’una all’altra creando un avvolgente manto erboso dove trovano riparo esagoni dorati che ci riportano alla dimensione trascendente da dover salvaguardare. 
Un appello alle nostre coscienze. Una finestra aperta verso quel mondo armonico e naturale che molto spesso dimentichiamo esista.
Valentina Muzi 
mostra visitata il 29 settembre 
Dal 23 settembre al 3 novembre 2018
Jesùs Herrera Martìnez, Taking care of the garden of Eden
White Noise Gallery
Via della seggiola, 9 Roma
Orari: dal martedì al venerdì dalle 11:00 alle 19:00, sabato dalle 14:00 alle 19:00
Info: info@whitenoisegallery.it
Note:
Perché ci ostiniamo di Frederik Shoberg
A Fascination with the Unknow: The work of Albert Eckhot in Dutch Colonial Brazil -NCUR Proceedings

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