Free Space è l’originale esperimento a carattere curatoriale tra gli stand del padiglione 12: due spazi per tre giovani artisti selezionati da Adrian Paci. Una cosa piccola ma buona, una breve parentesi tra le proposte delle gallerie, un fuori rotta in cui vale la pena soffermarsi un momento di più.
Leonardo Pellicanò, classe 1994, assistente di Paci al corso di pittura in NABA, alle quattro pareti espone cinque tele da titoli poetici, accompagnate da un breve componimento in versi. Il suo è un racconto che appare personalissimo ma sempre discreto, come una trasposizione intima ma delicata dal sentire alla tela. Persino i colori più accesi, il blu più brillante, rimane composto tra le forme delle figure che, sempre al centro, abitano i dipinti. Sono maschere misteriose, icone sacre, figure come apparizioni, trattate su tela grezza dalla superficie porosa. Il fascino, probabilmente, è in quel senso di segretezza degli intenti, nelle storie intime ma nascoste in un linguaggio pittorico affascinante.
Vanished as Affection Flies, di Chiaralice Rizzi (1982) e Alessandro Laita (1979) è un’istallazione performativa che ha origine da un bel libro (Live in the house and it will not fall down, edito da Mack) ma ancor prima, dal ritrovamento fortuito di alcune fotografie scattate da Bruno Rizzi, padre di Chiaralice e pittore veneziano. Nello spazio contenuto della fiera, i due artisti portano questa collezione di immagini ripetitive, vedute di una laguna da studiare, sparpagliate e rimescolate costantemente sul tavolo per creare una proiezione a parete. La triplice struttura (libro, fotografia, proiezione) lascia all’immagine la possibilità di esistere nel tempo passato, presente e futuro. Rimaneggiare in questo caso è come dilatare un ricordo dandogli respiro, allo stesso tempo suggerisce un esercizio sull’unicità di uno sguardo e la sua riproducibilità.
Free stage: approvata l’idea, apprezzata la selezione! (Roberta Palma)
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