20 settembre 2018

Addio a Robert Venturi. Scompare il padre dell’architettura postmoderna

 

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È scomparso a 93 anni, nella sua casa di Philadelphia, Robert Venturi, tra gli architetti più influenti del ‘900, teorico della corrente postmoderna, vincitore del Pritzker Prize nel 1991, rivendicato anche per la moglie, Denise Scott Brown, ingiustamente esclusa, e autore di testi rivoluzionari nel campo dell’architettura e dello stile. La notizia è stata diffusa solo oggi dal figlio James ma il decesso è avvenuto martedì, 18 settembre, per le complicazioni legate all’Alzheimer. Famoso per alcune sue massime diventate leggendarie, come Less is a bore, in contrapposizione a Less is more di Mies van der Rohe, fu tra i primi a entrare in aperta contrapposizione con il modernismo di Le Corbusier. 
Robert Charles Venturi Jr nacque a Filadelfia il 25 giugno 1925 e conseguì la laurea all’Università di Princeton nel 1947. Dal 1950 al 1954 collaborò nello studio di Philadelphia di Oskar Stonorov, mentre dal 1954 al 1956 vinse poi una borsa di studio dell’Accademia Americana di Roma. Collaborò con Eero Saarinen e Louis Kahn, prima di aprire il proprio studio nel 1958. Nel 1964 fondò uno studio con la moglie, anche lei architetto e urbanista, ora noto come VSBA-Venturi Scott Brown Associates. Nel 1964 progettò, a Filadelfia, la casa  della madre, Vanna Venturi, manifesto della sua ardita idea di architettura, complessa, articolata, eterogenea, distante dalla nettezza e a favore di una inedita convivenza tra le forme. Queste idee trovarono sistematizzazione nel 1966, quando Venturi pubblicò il “Complessità e contraddizioni nell’architettura”, testo programamtico e giudicato controverso per la sua aperta contrapposizione critica al Movimento Moderno, del quale rintracciava tutte le idiosincrasie. Venturi Progettò case private, musei, università, piazze e biblioteche e ha insegnato in numerose università come Yale, Princeton, Harvard, UCLA, oltre a essere accademico d’onore dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze.
Nel 1991, durante la cerimonia di consegna del Pritzker Architecture Prize, Bill Lacy, segretario della giuria internazionale del premio, riferendosi al testo del 1996, affermò che «Nessun altro libro, con la possibile eccezione di “Vers une architecture” di Le Corbusier, ha avuto un potere tale da far cambiare direzione alla tendenza dominante del pensiero architettonico.»

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