21 luglio 2018

Suono, voce, corpo. Al Fano Jazz by the Sea, la rassegna dedicata alla performance

 

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L’arte contemporanea torna a essere coinvolta all’interno del circuito del Fano Jazz by the Sea. Per questa XXVI edizione del Festival è la pratica della performance a essere protagonista nella specifica sezione Arte & Jazz PERFORMING, curata e ideata da Milena Becci, nella sua prima edizione che si terrà presso l’ex chiesa di San Leonardo a Fano. La rassegna Arte & Jazz PERFORMING nasce con l’intento di proporre al pubblico del Fano Jazz by the Sea la specifica pratica artistica della performance, che da sempre si presta a costruire ponti e legami tra e con diversi linguaggi artistici, come musica, teatro, danza. Obiettivo di questa rassegna è proprio rendere manifesta tale labilità, attraverso tre lavori performativi che costruiscono un discorso sulla base di tre elementi cardine: il suono, la voce, la corporeità. 
Ad aprire la rassegna, domenica, 22 luglio, è A bocca chiusa, di Ivana Spinelli, una performance corale in cui la voce si fa il principale mezzo espressivo, diventando mugugno, brontolio, lamento. L’artista risale a un periodo storico ben preciso, il Trecento, durante il quale la Magistratura dei Conservatori del mare aveva regolamentato e sancito il diritto al mugugno e agli imbarcati venne concesso il diritto a lamentarsi e decide di riproporre questa tradizione a Fano, città in cui esiste un importante porto turistico e che ha alle spalle un’antica tradizione marinaresca, in un momento storico in cui la lamentela è largamente diffusa, in cui i problemi economici e sociali ci portano a un mugugno, a volte legittimo e a volte fine a se stesso. 
PROPHÉTA 12+1 – morire a se stessi per poi rinascere, è la seconda performance che andrà in scena mercoledì, 25 luglio, un’opera inedita di Giovanni Gaggia che, per la prima volta, veste il ruolo di regista, demandando al corpo e al movimento del danzatore Leonardo Carletti la relazione con il pubblico. L’opera, realizzata con il contributo scientifico di Giovanni Intra Sidola e accompagnata dal testo critico di Serena Ribaudo, racconta la connessione tra il corpo, la nudità e la sacralità. In questo caso, sarà un time e un site specific per l’ex chiesa di San Leonardo e la città di Fano, passando dall’architettura sacra alla relazione con l’acqua, il mare, i confini, il viaggio, personale e collettivo. L’azione, come è modus operandi dell’autore in questione, non dimentica l’aspetto politico e tocca le problematiche sociali mondiali più calde ed attuali. Da un viaggio collettivo a un viaggio individuale, le religioni ed il mare qui si fanno unione e condivisione. PROPHÉTA è l’unione tra il corpo e lo spirito, è una ricerca di equilibrio violenta. 
A concludere la rassegna, sabato, 28 luglio, sarà Nn – Memories of you (real time) di Alessio de Girolamo. L’artista per l’occasione rende letteralmente omaggio al Festival recuperando la prima traccia del concerto, rinviato a causa di un forte temporale, che ben ventisei anni fa avrebbe dovuto aprire la prima edizione di Fano Jazz by the Sea, Memories of you, di Lionel Hampton, jazzista statunitense e tra i più straordinari musicisti del XX Secolo. La partitura di questo meraviglioso pezzo, che a tratti risulta riconoscibile, diviene la traccia MIDI sulla quale si accordano in tempo reale – real time per l’appunto – i suoni dell’ambiente registrati all’interno della chiesa, grazie all’utilizzo di un sofisticatissimo software. In Memories of you, il passato, interagisce con le registrazioni audio di un presente udito e vissuto, avvicinando il jazz alle nuove sperimentazioni. 
In home: Ivana Spinelli, Minimum voci, a cura di Claudio Libero Pisano, Museo Barracco, Roma, 2017 
In alto: Giovanni Gaggia, Propheta, morire a se stessi per poi rinascere, foto Natascia Giulivi

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