24 maggio 2018

Le ombre di William Kentridge

 

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Una processione che attraversa un paesaggio devastato, a metà tra una danza macabra e un esodo di sfollati, cantando di vita e di morte. Si tratta di More Sweetly Play the dance, installazione monumentale che William Kentridge porterà negli spazi recentemente restaurati del Museum of Art and Design del Miami Dade College, nell’ambito di Living Together, rassegna interdisciplinare, tra arte, musica, teatro e poesia, diffusa per la città. Lunga più di 15 metri e con 8 canali video, questa parata caleidoscopica circonda lo spettatore con la sua alternanza ipnotica di figure reali e disegni realizzati nel tipico stile dell’artista sudafricano. Ad aprire le danze, una banda di ottoni, seguita da persone che trasportano oggetti preziosi e corpi avvolti in sudari, scheletri, ammalati che trascinano flebo, gabbie per uccelli, sacerdoti con fiori funebri e, su tutti, la danza della ballerina Dada Masilo, collaboratrice di lunga data di Kentridge, vestita in uniforme militare. Combinando elementi presi dalle allegorie mitologiche e medievali a riferimenti all’attualità, dalle vittime dell’ebola ai profughi siriani, questo agghiacciante e morboso trionfo della morte celebra la vita, come in una parata carnevalesca, tema caro all’artista. «Per certi versi abbiamo potuto riscontrare l’immagine della processione già nel mito della caverna di Platone. Nel preludio, parlando della responsabilità del re, descrive delle persone che camminano con in mano oggetti di legno e pietra, proiettando la loro ombra sul muro di fronte ai prigionieri incatenati nella grotta», ha spiegato Kentridge.
Fonte: Artdaily

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