21 maggio 2018

Un concorso e altro. Giuseppe Casarotto ci racconta cosa c’è intorno al Club Gamec Prize

 

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Quattro artisti per un solo vincitore. Chi sarà? Bisognerà attendere sabato, 26 maggio, alle 15 per scoprirlo, giorno in cui all’ExSA–Ex Carcere di Sant’Agata di Bergamo, una commissione scientifica presieduta da Lorenzo Giusti (Direttore GAMeC) sceglierà l’opera aggiudicataria del CLUB GAMeC Prize 2018. Voluta dal Presidente del Club GAMeC, Giuseppe Casarotto, e dal Consiglio Direttivo, la manifestazione si inserisce nell’ambito di ArtDate-FREQUENZE/FREQUENCIES, le giornate dedicate all’arte contemporanea che The Blank organizzerà nel capoluogo lombardo dal 25 al 27 maggio. Per la terza edizione del premio, la curatrice della mostra, Manuela Valentini, ha selezionato quattro artisti italiani della stessa generazione (anni ’80) e riconducibili a un filone essenzialmente concettuale: Alice Ronchi, Davide Mancini Zanchi, Ornaghi&Prestinari e Pamela Diamante. La mostra è intitolata “Reset”, esattamente come l’operazione che in informatica azzera il contenuto della memoria principale di un computer per riportare il sistema alle condizioni di funzionamento iniziali. Un’azione che può essere traslata nella sfera psico-cognitiva umana, per cui il pensiero, nel momento in cui si trova a far fronte ad un evento straniante, è costretto a azzerarsi per ripartire secondo le nuove direttive. 
Giuseppe Casarotto, il CLUB GAMeC Prize è sempre più ambito, dagli artisti e dai curatori. Qual è il segreto di tanto successo? 
«Questo evento si sta rivelando una grande opportunità di visibilità per i suoi protagonisti, basti pensare alla prima edizione che si rivolgeva ad artisti privi di galleria e che, dopo aver preso parte al premio, sono stati notati da galleristi e critici, in alcuni casi anche stranieri. Penso che anche i giovani curatori abbiano riscontrato dei validi riconoscimenti in seguito al lavoro svolto a Bergamo». 
Ci può spiegare meglio cos’è il Club GAMeC? 
«È un’associazione culturale nata nel 2005 per promuovere e sostenere GAMeC, la galleria d’arte moderna e contemporanea di Bergamo. Il Club è aperto a tutti coloro che ne condividono le finalità contribuendo personalmente allo sviluppo dei programmi e partecipando alle numerose iniziative ed esperienze con i protagonisti dell’arte del nostro tempo. Nel corso degli anni, per offrire ai nostri soci ulteriori opportunità di frequentare l’arte contemporanea, abbiamo stipulato convenzioni con i più importanti musei italiani, come il Castello di Rivoli, il Guggenheim di Venezia, il Mart di Rovereto, il Pecci di Prato, Villa Croce di Genova e da quest’anno anche con Museion di Bolzano». 
Di fatto, in che modo il premio aiuta la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo? 
«Non si tratta di un aiuto economico diretto, ma grazie a questa iniziativa, l’opera vincitrice viene acquistata dal Club e donata alla GAMeC, dove entrerà così a far parte della collezione permanente, incrementando il patrimonio di opere provenienti da donazioni e lasciti». Quanti soci vanta al momento il Club? «Negli ultimi tre anni il numero è raddoppiato a 160 iscritti e l’area di partecipazione si è estesa oltre il consueto territorio, grazie soprattutto alla qualificata programmazione delle mostre GAMeC ed a tutte le iniziative promosse dalla nostra associazione». 
Quali altre attività svolgete prevalentemente? 
«Diamo vita ad attività rivolte principalmente agli appassionati d’arte contemporanea, di concerto con la direzione artistica del museo che quest’anno è passata nelle mani di Lorenzo Giusti. Seguendo la programmazione delle manifestazioni GAMeC, organizziamo preview delle mostre, incontri ristretti con gli artisti, una cena annuale con raccolta fondi, ad esempio per produrre un catalogo della mostra in corso. Inoltre almeno tre o quattro volte l’anno pianifichiamo viaggi culturali con l’intento di avvicinare sempre più persone al mondo dell’arte contemporanea.». 
Per quali altri motivi pensa sia vantaggioso iscriversi al Club? 
«Perché il Club GAMeC offre opportunità e privilegi di cui altrimenti non sarebbe facile usufruire. Mi riferisco alla possibilità di accedere alle private-view delle mostre, alle collezioni private di prestigio o ancora a studi di artisti di rilievo. A breve, per esempio, un gruppo di circa 20 soci si recherà a Lisbona con un programma organizzato di visite a musei, gallerie, studi d’artista di Rodrigo Hernandez e Pedro Cabrita Reis, nonché una importante collezione privata». (mm)

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