17 maggio 2018

Fino al 19.V.2018 Senza Appuntamento #2 Da Franco, Roma

 

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Per visitare la mostra Da Franco – come il titolo stesso suggerisce – non è necessario un appuntamento. Basta varcare la soglia della barberia al Corso Vittorio Emanuele II, nel centro di Roma, fra quelle strade che sembrano essere da sempre la mappa disegnata a memoria della Città Eterna, ma che da tempo non rappresentano più né l’essenza né la forma di una romanità autentica. Nel giungere verso la mostra, guardandosi attorno è chiaro e amaro quanto il centro storico della capitale sia stato fagocitato negli ultimi anni da un processo di globalizzazione, che ha spogliato i luoghi della sua storia più antica e ricoperto le insegne degli esercizi commerciali di noti marchi di multinazionali. È in questo scenario disarmante, che la barberia di Franco Candela si distingue per stile e arredo, lasciando spazio ad un luogo che sembra essere rimasto sospeso nel tempo, dove la stratificazione delle epoche si è susseguita fino ad arrestarsi in un momento non ben precisato nel passato. La barberia sembra essere infatti lì da sempre, anche se in realtà Franco vi è arrivato solo nel 1983, rilevando l’attività dal precedente proprietario.
È in uno spazio così originale e caratterizzato che i curatori del progetto Andrea Polichetti, Niccoló De Napoli, Vasco Forconi e Silvio Saccá hanno scelto di presentare SENZA APPUNTAMENTO (un ciclo di tre mostre, di cui fino al 19 maggio sarà possibile visitare la seconda, mentre a giugno verrà inaugurata la terza). In realtà, il progetto a cui il gruppo lavora è ben più complesso e articolato: la costituzione di un collettivo, dalla struttura versatile e orizzontale, composto da curatori, artisti e lavoratori della cultura, che si è posto come finalità la creazione di una piattaforma in divenire, leggera e porosa, che permetterà nel tempo di registrare quanto sta avvenendo nella città di Roma dal punto di vista sociale e culturale, ma anche di sviluppare un dialogo con altre realtà indipendenti attive sul territorio italiano ed europeo. Gli strumenti fin ora sperimentati dal progetto sono i tre appuntamenti espositivi e la fanzine TECH GLEBA, un progetto editoriale indipendente, realizzato grazie al supporto di ATWC Immediate Marketing Solutions e Nero Editions.
La mostra – che per il suo secondo episodio vede esposte le opere degli artisti artisti Michele Gabriele, Emiliano Maggi, Andrea Martinucci, Caterina Morigi e Lorenzo Pace – dichiara sin da subito la volontà di un allestimento dal forte carattere mimetico, che volutamente rinuncia alla celebrazione della sacralità dell’oggetto artistico, in favore di un evento che possa attivare un circuito di azioni volte all’incontro, alla condivisione e al confronto. La rivista, si propone come ulteriore spazio di approfondimento sulle riflessioni suggerite da ogni evento espositivo e sui differenti filoni di ricerca che i componenti del collettivo portano avanti. Il secondo numero della fanzine, propone un serrato dialogo fra immagini e testi, con contributi dei curatori e degli artisti presenti in mostra. A questi si aggiungono, una conversazione con Franco Candela e il testo teorico di Laura Amann (fondatrice dello spazio Significant Other di Vienna), e ospite in occasione della seconda mostra nel ruolo di visiting curator.
Il progetto, dunque, è sì pensato per aprire le porte di uno spazio fisico, ma soprattutto relazionale, nel quale tornare a discutere e confrontarsi su molteplici pratiche di ricerca, offrendo inoltre al pubblico la possibilità di conoscere il lavoro di giovani artisti. Quel che si vuole attivare è la creazione di uno spazio del pensiero, dove poter affrontare le principali tematiche sulle quali il collettivo ha concentrato la propria ricerca negli ultimi mesi: la precarietà quale filo conduttore dell’esistenza contemporanea; l’individuazione di luoghi del fare, spazi dove ancora oggi si mette in atto la tangibilità dell’azione; l’eterogeneità sociale del nostro presente; ed un focus sulla scena artistica romana.
È la scelta di porre la ricerca critica ed artistica al centro dell’azione che rende il progetto presentato concreto e solido. Liberarsi e allontanarsi dalla funzione dell’evento come spazio di incontro, permette infatti di spostare l’attenzione sull’agire e sulla relazione intellettuale quale unica possibile risposta e soluzione all’impantanante immobilismo culturale, che purtroppo troppo spesso sembra caratterizzare la nostra contemporaneità.
Pia Lauro
mostra visitata il 19 aprile
Dal 19 aprile al 19 maggio 2018
Da Franco, Senza Appuntamento #2
Corso vittorio Emanuele II, 289 – 00185 Roma
Orari: da Martedì a.Sabato 15:00/20:00
Info: senzappuntamento@gmail.com

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