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Al termine di un incontro piuttosto rapido con il Presidente Sergio Mattarella, Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno chiesto più tempo e i nomi del nuovo governo non sono ancora usciti. Mentre aspettiamo, giusto per ingannare l’attesa, a parlare in maniera programmatica, almeno per quanto riguarda il settore cultura, ci ha pensato Gian Marco Centinaio, presidente dei senatori della Lega e già vicesindaco e assessore alla cultura del Comune di Pavia, città dov’è nato e dove ha svolto il suo cursus honorum, fieramente leghista fin dagli anni ’90, quando sul Carroccio salivano solo i duri e puri del piccone. Più che di cultura, Centinaio però ha parlato di turismo. «Dopo la crisi economica del 2007-2009 oggi viviamo una ripresa della domanda e dell’offerta di viaggi, ma governo e classe politica sono assolutamente carenti nella mancanza di programmazione. Con il mercato turistico di Tunisia, Egitto, Turchia e Grecia investito dal problema del terrorismo e dei migranti, l’Italia è riuscita ad attrarre flussi di viaggiatori fino a poco tempo fa destinati a quelle mete. Ma il turismo vive di fasi e in questo momento serve programmazione per quando quei paesi torneranno ad attrarre come in passato. Bisogna cioè saper prevenire e programmare nel momento delle vacche grasse, cosa che non si sta facendo», ha dichiarato il senatore, facendo sfoggio di una elegante proprietà di linguaggio.
Come far tutto ciò che fino a ora non è stato fatto? Con un nuovo Ministero senza portafoglio, esclusivamente dedicato al turismo, per dare al settore un punto di riferimento, «dal momento che produce il 12% del Pil ed è trasversale perché tocca il mondo della scuola, delle infrastrutture e dei trasporti». Centinaio ha glissato sul nome della persona che potrebbe avere le caratteristiche giuste per guidare il nuovo ministero, delineando però un identikit quanto mai preciso e di sicurissima affidabilità: «Nomi non ne faccio. Ma deve essere una persona competente sulla materia e che sappia almeno la differenza tra tour operator e agenzia di viaggio. Insomma, che abbia le basi del mestiere».
Centinaio ha poi fatto riferimento anche ad altre manovre più immediate, rispetto alla formazione di un altro dicastero, come l’abolizione o la rimodulazione della tassa di soggiorno, «che è un vero e proprio furto», visto che «dovrebbe essere incassata dai Comuni per essere reinvestita nel turismo e invece molto spesso serve per ripianare i debiti dei bilanci delle amministrazioni. Non devono essere i turisti a pagare la mala gestione dei sindaci». Meno tasse anche per i cittadini italiani che acquisteranno pacchetti turistici nella Penisola, con un abbuono dell’Iva per avere uno sconto del 20%, una proposta già lanciata nella scorsa legislatura. «Non dimenticheremo neppure la lotta all’abusivismo nel settore dei tour operator, degli alberghi e delle guide turistiche», ha concluso.