19 aprile 2018

La distanza dalla quotidianità. Al Museo diocesano di Salerno, artisti in clausura

 

di

È un percorso di sperimentazione artistica diviso in due fasi, il progetto di residenza Dispositio ex clausione linearum, organizzato dal Mu.Di. Museo Diocesano di Salerno in collaborazione con l’associazione Collaterart. Dal 16 al 22 aprile si svolge la residenza artistica e dal 19 maggio al 19 giugno, la mostra delle opere prodotte. Protagonisti il trio di artisti composto da Antonio Finelli, Angelo Maisto e Dario Agrimi. Il progetto è a cura di Marcello Francolini e Fabio Avella. Un progetto totalmente dedicato all’artista, inteso come unico artefice capace di riorientare il pensiero vigente e per farlo deve scandagliare l’inconscio dell’uomo, utilizzando come strumento di scavo il disegno. Tutto ciò implica, spiega Francolini, ideatore del progetto, «La capacità di “essere in distanza dalle cose”, di poterle indagare da lontano. A volte per volgere uno sguardo sicuro e d’insieme sull’oggetto o la realtà o la condizione da osservare, abbiamo bisogno di allontanarci da essi». 
Per tale motivo si è immaginata, per gli artisti, una condizione forzata per la via spirituale in cui possano trovare un’adeguata distanza con la quotidianità. Gli artisti sono chiamati ad articolare una seria e attenta visione dell’uomo contemporaneo, utilizzando la capacità del disegno di figurare mondi, come fu già inteso nella tradizione medievale, da Bonaventura da Bagnoregio. Sarà un lavoro di isolamento rispetto al frastuono della società attuale. Proprio essa, la società lì fuori, sarà analizzata da diverse prospettive grazie all’intervento di pensatori e intellettuali che, nei giorni, condurranno degli incontri con gli artisti: il Direttore (Don Luigi Aversa); lo psicologo (Dr. Lucio Buonomo); l’antropologo (Dr. Vincenzo Esposito); il teologo (Padre Giuseppe De Vincentiis). Tutto ciò arricchirà l’elaborazione formale della grande allegoria La Società della Stanchezza, un trittico su tavola di 360 cm x 252 cm, realizzato come espressione finale del periodo di clausura condotto nelle sale del Museo. In contemporanea al lavoro collettivo, ogni singolo artista procederà, attraverso un percorso personale, alla creazione di disegni individuali. Ogni disegno sarà prodotto su carta d’Amalfi, grazie al contributo della storica cartiera Amatruda. Successivamente, l’esposizione dei lavori prodotti con la presentazione del Catalogo. 
Dunque il progetto, da un lato, auspica un’esperienza comunitaria multiculturale, che metta insieme pensatori di diversi ambiti al fine di potenziare la capacità di analisi dell’artista; dall’altro, vuole anche costruire un ponte, per creare una zona di confronto tra l’arte e la chiesa contemporanea.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui