22 marzo 2018

La metafisica da riscoprire. La Galleria Robilant+Voena rende omaggio a Tino Stefanoni

 

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Tino Stefanoni, scomparso a dicembre 2017, dopo aver combattuto a lungo contro una malattia, è stato un maestro della pittura metafisica e la Galleria Robilant+Voena di Milano gli rende omaggio con una antologica che aprirà oggi, 22 marzo. Più legata all’ideale della pittura che alla tecnica, la sua era una poetica sospesa tra il quotidiano e lo straordinario, tra “La realtà e la magia”, come espresso dal titolo della mostra a cura di Elena Pontiggia, che presenta una selezione di circa trenta opere, riassumendo buona parte della ricerca di Stefanoni, dalla fine degli anni Sessanta agli anni Dieci del nuovo Secolo. 
Nel suo percorso artistico, iniziato a metà anni ’60, riuscì a coniugare la razionalità, dovuta alla sua formazione culturale di architetto, con la classicità della tradizione, seguendo quella nobile linea pittorica italiana che va da Beato Angelico a Giorgio De Chirico e Carlo Carrà, del quale maggiormente sentì gli influssi. La Galleria Robilant+Voena, specializzata nell’ambito della pittura antica, da tempo sta portando avanti un programma di riscoperta di quegli artisti che svilupparono il proprio linguaggio pittorico tra gli anni Sessanta e Settanta, come Agostino Bonalumi, Paolo Scheggi, Sergio Sarri e, oggi, Tino Stefanoni. Il 13 aprile verrà presentato, nella sede della galleria, il Catalogo ragionato delle opere di Tino Stefanoni edito da Allemandi.

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