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Dopo una lunga battaglia legale sulla discutibile affermazione di paternità di Pilar Abel, culminata con l’esumazione dell’artista, il grande surrealista Dalì è stato nuovamente sepolto.
Così si conclude la bizzarra saga che ha innescato la presunta figlia, con tanto di test del DNA.
I resti dell’artista furono riesumati a luglio scorso, quando un giudice ordinò l’esame per determinare se Dalí fosse davvero il padre di Pilar Abel, che aveva a lungo preteso di essere la figlia dell’artista, ma i risultati alla fine hanno smentito il caso.
La mattina di venerdì scorso i campioni di DNA sono stati rimessi con quel che resta dell’artista, in una tomba al di sotto di un museo progettato dallo stesso Salvador.
“La scorsa notte sono stati restituiti i campioni di DNA”, ha riportato la Fondazione Gala-Salvador Dalí in una breve dichiarazione. I resti mortali di Salvador Dalí sono stati nuovamente seppelliti e si trovano sotto la cupola del Teatro-Museo di Figueres, aperto nel 1974.
Ovviamente, però, non manca qualche particolare “misterico”. “La sua faccia era coperta da un fazzoletto di seta, un magnifico fazzoletto. Quando è stato rimosso, sono stato felice di vedere che i suoi baffi erano intatti”, ha riportato l’imbalsamatore Narcís Bardalet alla stazione radio catalana RAC1.
Abel, nata nel 1956, aveva affermato che sua madre aveva una relazione con Dalí mentre lavorava come aiutante in casa sua. Se la sua affermazione si fosse dimostrata come vera, Abel avrebbe avuto diritto a un quarto della proprietà di Dalí, che è stimata in circa 300 milioni di euro. Ora, invece, la donna si dovrà sobbarcare i costi dell’esumazione.
Fonte: artnet