26 febbraio 2018

Binge Watching The end of the f ***ing world

 
“The end of the f ***ing world” vi augura buon viaggio
di Gabriele Toralbo

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The end of the f ***ing world si può definire una miniserie di otto brevi puntate di circa 20 minuti ciascuna, già tutte disponibili, anche in italiano, su Netflix. Questo ci dice: GUARDAMI! 
Ma ci dice anche altro. Il ritmo è serrato, i fatti essenziali e tutto sembra scorrere tra le pagine di un fumetto…ed è un fumetto! Infatti la serie televisiva britannica, creata da Jonathan Entwistle per Channel 4, è basata sull’omonima opera (ma senza parole asteriscate) di Charles Forsman pubblicato per l’Italia da 001 Edizioni. Si legge in dieci minuti e, credo, sia stato una bibbia per i giovanissimi Alex Lawther e Jessica Barden. Lawther lo troviamo già nella terza stagione di Black Mirror nell’episodio 3, Zitto e balla, la Barden è più nota in Inghilterra. Ma si percepisce che diventeranno volti noti di questa nuova forma di racconto che è la web/tv serie. I due attori inglesi sono impegnati nei complicatissimi ruoli di adolescenti isolati e problematici sul baratro della maturità. Saltare nel vuoto e raggiungere l’ideale luogo di realizzazione e concretizzazione di sogni e psicosi è ciò che si impongono di fare insieme. Pulsioni e scelte gli aleggiano sopra le teste come una voce pura e presente, che noi sentiamo accompagnata da ironici primi piani. Lei, cinica e calcolatrice, lui, insicuro e fragile. Senza spoilerare troppo, Alyssa vuole raggiungere un idealizzato incontro col padre, che l’ha abbandonata alla nascita ma le invia un biglietto di auguri a ogni Natale. James sente come sola e profonda convinzione che diventerà un omicida e magari comincerà uccidendo proprio lei.
Come sempre si decide di scappare insieme ma la fuga dei due “innamorati” è tutt’altro che romantica e convenzionale. Sarà un duro percorso dove i cliché del road trip sono ribaltati o citati comicamente, tutto è all’inverso e, da una condizione di potenziale disturbo mentale, si arriverà alla salvazione. L’amore acerbo e impulsivo, il primo contatto col mondo, finiranno per fargli capire chi sono davvero e, nonostante, i rischi nell’immergersi in un’umanità che, nei fatti, è molto più folle e cattiva di loro, la grande lezione è che l’isolamento può solo farci male e alimentare i nostri mostri.
Quindi bevete alla guida, non mettete le cinture e fate buon viaggio, fino alla fine del f***uto mondo!
Gabriele Toralbo

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