22 febbraio 2018

L’officina della bellezza. Lo studio milanese di Gian Paolo Barbieri diventa Fondazione

 

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Milanese di nascita ma conosciuto in tutto il mondo, Gian Paolo Barbieri non ha certo bisogno di presentazioni perché a parlare sono le sue importantissime mostre (dal Victoria&Albert Museum di Londra a Palazzo Reale a Milano, passando per il MAMM di Mosca), i cataloghi d’arte, i calendari e le oltre venti monografie. Il fotografo, che per sensibilità, tecnica e gusto ha le stesse esistenza e qualità dei colossi americani Irving Penn e Richard Avedon, si differenzia da loro per l’audace decisione di rimanere nella sua amata Italia.
Così, dopo oltre 50 anni di incessante lavoro, lo studio in Via Lattanzio 11, Milano, diventa la sede della neonata Fondazione Gian Paolo Barbieri, una istituzione culturale che mira a operare nel settore delle arti visive e che, oltre a perseguire finalità di promozione della figura dello stesso fondatore Barbieri, vuole dare voce e promuovere la fotografia storica e contemporanea, unita a ogni altra forma di espressione culturale nelle sue diverse realizzazioni. Una azione ammirevole che mostra uno spiccato senso del dovere verso gli altri. Un altruismo «timido e mai urlato», per usare due aggettivi scelti da Giorgio Armani, quando, parlando di Gian Paolo, lo descrisse come un fotografo con «una certa timidezza, una specie di silenzio interiore che incuriosiva ed affascinava». Tutt’altro che un facilone, non in cerca di battimani, ha sempre vissuto la sua esistenza in un mondo fantastico. 
Ecco, in quello stesso mondo, dal prossimo febbraio, potremo entrare anche noi curiosi, in cerca di un po’ del suo insegnamento. Perché, secondo Gian Paolo Barbieri, è compito dell’essere umano di «lasciare alle generazioni future qualcosa che possa essere utile nell’intraprendere questo mestiere sempre più difficile e complesso». 
Per questo, gli oltre mille metri quadri dello spazio continueranno a essere una officina della bellezza, di studio e di crescita, con incontri, approfondimenti (anche con le Università), mostre. Verranno presentati libri, si potrà partecipare alle Lectio Magistralis, e sarà interessante assistere alla proiezione di film e documentari. Sotto l’aura di Gian Paolo Barbieri, che più che un logo si configura come un vero e proprio marchio di garanzia e sigillo, si potranno fare esperienze diversissime, sempre riconoscendole in una estetica e uno stile vicini a quelli del celebre fotografo. 
Perché, si sa, sul campo della moda da sempre si sono giocati incontri che hanno visto coinvolti attori provenienti da tutti i settori della vita sociale, culturale ed economica. La moda da sempre raccoglie tutti gli stimoli e li rimette in gioco, perché è terreno di traduzione e interpretazione. E se è vero, come afferma la storica Maria Luisa Frisa, che la moda si configura come «lo spazio di una cultura condivisa», la Fondazione Gian Paolo Barbieri rafforza questi concetti di creatività, versatilità e immaginazione. Concetti in estremo movimento, la cui definizione deve cambiare continuamente in una prospettiva globale. 
Perché Made in Italy oggi possa essere davvero inteso «come laboratorio creativo e non solo come un laboratorio artigianale. (Maria Vittoria Baravelli
In home: foto di Piero Gemelli

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