20 febbraio 2018

Arte guarda arte

 
La recente polemica dei quadri falsi di Modigliani, l’idea di copia rispetto all’originale, sono state da spunto a Sam Havadtoy per la sua personale che si inaugura oggi la Villa Reale di Monza

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La personale di Sam Havadtoy (Londra, 1952), che si dipana da oggi nelle sale degli Appartamenti Reali della Villa Reale di Monza, presenta una serie di opere inedite, tra sculture, dipinti, oggetti e arazzi, di uno degli artisti più interessanti e originali, nati dalla scena newyorkese tra gli anni Settanta e Ottanta.
Il percorso espositivo, introdotto da una grande scultura posta nelle vicinanze della fontana, si apre con due d’après di altrettanti ritratti di Amedeo Modigliani, per rappresentare i due amori nella vita del re che abitava la Reggia, presi dalle copie che aveva realizzato il grande falsario ungherese Elmer de Hory. E poi ci sono le sculture in bronzo che riproducono eroi dell’animazione quali Bugs Bunny o Betty Boop, eseguiti da Havadtoy seguendo la sua cifra stilistica più caratteristica, ovvero l’utilizzo del merletto. Si tratta di opere realizzate per la maggior parte appositamente per la mostra. Ma cosa informa questo progetto? L’arte che guarda l’arte, potremmo rispondere. Vale a dire il gioco dialettico tra copia e originale, a cui il nostro artista dà forma nelle sue creazioni. Che potrebbero essere abbinate a un claim d’autore quale l’espressione latina “Graecia capta ferum victorem cepit”, la celebre frase di Orazio (Epistole, Il, 1, 156) che significa: “la Grecia, conquistata [dai Romani], conquistò il selvaggio vincitore”. Perché, come noto, i capolavori di riconosciuto valore artistico furono esportati e diffusi dalla Grecia fino a monopolizzare la cultura romana. Da allora si innestò a Roma, e poi in tutto l’Occidente, quel rapporto ambivalente tra originalità e imitazione. Illuminante su questo punto è stata, nel 2015, la mostra “Serial Classic”, co-curata da Salvatore Settis e Anna Anguissola alla Fondazione Prada. Dove il percorso espositivo muoveva le mosse da un approfondimento sugli originali perduti e loro copie multiple, rappresentate da due serie note come il “Discobolo” e la “Venere accovacciata”. 
Attraverso il suo lavoro allestito a Villa Reale di Monza, Havadtoy vuole rendere omaggio proprio a quegli artisti del passato le cui opere sono state distrutte non solo dal tempo, ma anche da quelle copie che hanno rappresentato un fondamentale fraintendimento del loro originale. A partire dall’aspetto. Così il nostro artista ha ripensato alla scultura antica, e a come è giunta ai nostri giorni, ovvero privata dei colori e dei vestiti che erano soliti abbigliarle. “Gli storici – afferma Sam Havadtory – hanno da tempo dichiarato i marmi bianchi e i bronzi ossidati del mondo antico come capolavori. Come tali, hanno ispirato movimenti nell’architettura e nell’arte. Passarono secoli prima che si capisse che in origine non erano solo dipinti, ma a volte anche vestiti. Eppure questo ha fatto ben poco per alterare la nostra comprensione dell’estetica classica”. Uno spunto di riflessione tutt’altro che secondario. Da corroborare a Monza, a partire da oggi. (Cesare Biasini Selvaggi)
In alto: Sam Havadtoy, Goofy on the trapeze, lace, acrylic, gold on found object, 41x26x33 cm, 2017
In homepage: Sam Havadtoy, Modigliani, lace, acrylic on aluminum panel, 120×85 cm, 2017

INFO
Opening: ore 18.30 
SAM HAVADTOY. NOBODY SEES ME LIKE I DO
dal 20 febbraio al 22 aprile 2018
Villa Reale > Appartamenti Reali 
viale Brianza 1, Monza
orari: martedì-domenica, 10.00-19.00. Lunedì chiuso. La biglietteria chiude un’ora prima.
tel. 039.5783427 – www.reggiadimonza.it

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