14 febbraio 2018

La rivincita di 5 Pointz

 
Sarà pure una magra consolazione, perché i "graffiti" non ci sono più, ma 6,7 milioni di dollari di risarcimento possono aiutare a togliere qualche sassolino dalla scarpa

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Fino a pochi anni fa, prendendo la linea 7 della metropolitana di New York in direzione del Queens, dopo aver attraversato l’East River e nei pressi del PS1, quello che si parava sotto la vista, su Jackson Avenue, era la “Mecca” dei graffiti. Stiamo parlando di 5 Pointz, l’unico building rimasto ad appannaggio dei writers dopo la gloriosa stagione degli anni ’70 e ’80. 
Ma si sa, negli Stati Uniti il “progresso” avanza e così succede che nel 2013 tale Gerald Wolfkoff, imprenditore che rileva il sito per farne residenziale di lusso, copre di bianco – nel bel mezzo di una battaglia che voleva tentare di strappargli di mano l’affare – tutto il caseggiato, con dieci mesi di anticipo rispetto ai contratti di utilizzo.
Un errore che ora Wolfkoff paga 6,7 milioni di dollari a 21 artisti, grazie alla sentenza emessa da un giudice federale, Frederic Block: “La vergogna di questo episodio è che, dal momento che 5 Pointz era un’attrazione turistica di spicco, il pubblico lo avrebbe indubbiamente affollato per dare i suoi addii durante quei 10 mesi. Guardando le formidabili opere spray per l’ultima volta”, scrive, e aggiunge: “Sarebbe stato un tributo meraviglioso per gli artisti”. 
Il giudice ha anche osservato che gli artisti, al contrario di Wolkoff, “si sono comportati con dignità”, mentre gli avvocati dell’imprenditore hanno sostenuto senza successo che gli artisti sapevano da anni che la loro “tela” sarebbe stata abbattuta. 

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