29 dicembre 2017

Costruito da dio

 
Angelo Crespi, “Costruito da dio. Perché le chiese contemporanee sono brutte e i musei sono diventati le nuove cattedrali”, Johan & Levi editore

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Angelo Crespi, giornalista e scrittore, è noto ormai come il fustigatore di certi costumi dell’arte contemporanea (suo il pamphlet “Ars Attack”, 2013). “Costumi” che comprendono un lungo campionario di calzini sporchi, palloni gonfiabili, squali in formaldeide, asini tassidermizzati e, ancora, sassi gettati per terra, tanta pornografia e molta coprofilia. Al bando, insomma, innanzitutto qualsivoglia “appeal” o “sentiment” estetico. Da qui il suo passo a una riflessione divertente e divertita (per la serie “non ci resta che ridere”) estesa alle chiese contemporanee – perché anche loro sono davvero brutte – è stato breve. Tanto da dare alle stampe l’odierna fatica letteraria, un agile libello sempre per i tipi di Johan & Levi editore, dal titolo “Costruito da dio”. Sottotitolo: “Perché le chiese contemporanee sono brutte e i musei sono diventati le nuove cattedrali”. Un’avvertenza preliminare: non è un mio refuso il sostantivo “dio” con l’iniziale minuscola. Perché il nostro autore, in questo caso, si riferisce a quelle archistar che si credono “dio” in terra, potendo vantare anche loro una creazione “straordinaria”, cioè “fuori dell’ordinario”. Dove tutto è diventato possibile. Anche che una chiesa assomigli più a una centrale nucleare, a un’autorimessa o a una pizzeria, finanche a un’astronave aliena da incontri ravvicinati del quarto tipo, piuttosto che – anche lontanamente – a un duomo, a una basilica o a una cattedrale. Quindi, se Ken Follett nel suo magistrale “I pilastri della terra” ci ha trasportato nell’Inghilterra medievale al tempo della costruzione di una cattedrale, dal canto suo Angelo Crespi ci catapulta nel mondo g-local dei nostri giorni, al tempo postconciliare della costruzione degli edifici di culto. Di gran lunga meno suggestivo, tra altari che sembrano acquistati in un centro commerciale, rosoni che fanno il verso ai più squallidi lucernai condominiali, soffitti al posto delle cupole, tanto da far pensare non a Dio, ma all’inquilino del piano di sopra. Per non parlare delle opere d’arte concettuale, nel migliore dei casi astratte, scelte per gli interni, la cui comprensione è più impegnativa del dogma dell’Immacolata Concezione. A questo punto il “caro Marziano” a cui scrive spesso Pif si domanderebbe «Perché? Cosa è successo?». La risposta che fornisce Angelo Crespi è tanto puntuale quanto disarmante. Tutto comincia con il Concilio Vaticano II (1962-1965), il più grande tentativo compiuto dalla Chiesa cattolica di modernizzarsi dall’inizio della sua storia. Ma sapete cosa si dice sulla strada lastricata di buone intenzioni… Con il Concilio cambiarono dei tratti fondamentali della liturgia, come la partecipazione attiva dei fedeli a una messa celebrata nella lingua nazionale e non più in latino. Ci furono cambiamenti dottrinali, anche riguardo alle nostre questioni estetiche. Tanto che la CEI, cioè la Conferenza Episcopale Italiana, negli anni Novanta pubblica due note pastorali a firma del cardinale Luca Brandolini, praticamente un manualetto d’architettura sacra. Dove ci si sofferma, per esempio, sui luoghi sussidiari annessi alla chiesa, come sulla sacrestia, che deve prevedere anche i servizi igienici per i fedeli. Non sorprenda, pertanto, se oggi durante l’omelia della messa si avverte, all’improvviso, il gorgogliare dello sciacquone. E, ancora, per l’arredo interno della chiesa, il monito è chiaro: scegliere « (…) suppellettili pienamente funzionali che vanno attentamente progettate perché siano armonicamente connesse con l’insieme dell’edifico (…).». Praticamente gli stessi consigli che l’architetto mi ha dato in questi giorni per la scelta della mia nuova cucina. Tutto questo e molto di più (come si suole dire), troverete nel libro di Angelo Crespi che ci stupisce senza ricorrere a effetti speciali. Ma semplicemente passando in rassegna le brutte chiese mettendole in relazione con la disciplina della Conferenza Episcopale Italiana. Oppure elencando le magniloquenti cattedrali di oggi, cioè i musei contemporanei, luoghi dove si sperimenta la cultura che si fa nuova religione di massa. Dove volgono i pellegrini 2.0 per adorare gli idoli e le reliquie della contemporaneità. (Cesare Biasini Selvaggi)
 
 
 
Angelo Crespi
Costruito da dio. Perché le chiese contemporanee sono brutte e i musei sono diventati le nuove cattedrali
Johan & Levi editore
2017
collana: Non solo saggi
italiano
formato: 15 x 21 cm
illustrazioni 19 b/n
finitura: brossura
pp. 144  
€ 11,00 
 

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