08 dicembre 2017

Chi ha comprato il Salvator Mundi? Svelato il mistero sulla vera identità dell’acquirente

 

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Alla fine, l’arcano sull’identità del vero compratore del Salvator Mundi dei record sembra essere stato svelato. Qualche giorno fa, il New York Times aveva fatto il nome di Bader bin Saʿūd Āl Saʿūd, membro di un lontano ramo cadetto della famiglia reale saudita, giornalista e colonnello paracadutista, noto per alcune sue stravaganze. Ma voci più fresche avevano declassato Bader a semplice offerente, un prestanome. Il vero acquirente sarebbe Moḥammad bin Salmān Āl Saʿūd. Una personalità di ben altra caratura, visto che Mohammad è figlio dell’attuale re dell’Arabia Saudita, Salmān bin ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd, e principe ereditario. A 32 anni, detiene il record come Ministro della Difesa più giovane del mondo e non è singolare che abbia deciso di investire tale cifra monstre – lo ricordiamo, 450.3 milioni di dollari – proprio nel settore dell’arte, visto che è anche Presidente del Consiglio per gli Affari Economici e di Sviluppo e tra i suoi piani c’è quello di trasformare l’economia del suo Paese, con progetti di investimento in settori come turismo e intrattenimento. E così il cerchio sembrerebbe chiudersi sull’affaire Salvator Mundi. E invece no, perché a complicare le cose è apparso un post sui canali social del Louvre Abu Dhabi, che mostra una fotografia dell’opera di Leonardo e un commento piuttosto laconico: «Il Louvre di Abu Dhabi non vede l’ora di mostrare il Salvator Mundi di Leonardo Da Vinci. L’opera è stata acquistata dal Dipartimento di Cultura e Turismo di Abu Dhabi per il museo». Una notizia confermata anche dal The National, organo di stampa ufficiale degli Emirati Arabi, che chiama in causa l’attendibilità di fonti saudite, le quali avrebbero smentito con forza le notizie riportate dai giornali occidentali. E in effetti, bisogna precisare che Mohammad fa parte di un ramo decisamente tradizionalista – basti pensare che il padre, il re Salmān, nel febbraio del 2015, fece giustiziare un uomo per aver abiurato la fede islamica – e l’acquisto privato e a caro prezzo di un’opera così spiccatamente riferita alla religione cristiana potrebbe essere considerato un atto sopra le righe. Dunque, il vero acquirente è il governo degli Emirati Arabi, che ha poi donato l’opera al suo museo più rappresentativo, in una sorta di gioco di specchi con la Gioconda del Louvre parigino. D’altra parte, qualcosa si era intuito già qualche giorno fa (ne scrivevamo qui), con il direttore del museo francese, Jean-Luc Martinez, che paventava l’ipotesi di un prestito da concordare con un non meglio specificato acquirente.

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