30 luglio 2018

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Turi Simeti, tutto in catalogo. Ripercorrendo la carriera di un grande artista, folgorato dall'opera di Alberto Burri
di Carmelo Cipriani

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Dopo tre anni di intense ricerche tra collezioni private, musei e istituzioni, il catalogo ragionato delle opere di Turi Simeti (Alcamo 1929) è finalmente pronto. L’artista, protagonista di una recente personale al Marca di Catanzaro, è oggi tra gli artisti italiani più noti e ricercati a livello internazionale. Edito da Skira e presentato ufficialmente al pubblico a Palazzo Reale di Milano, il poderoso catalogo é curato da Antonio Addamiano e Federico Sardella ed è stato pubblicato con la collaborazione diretta di Simeti e la supervisione di Essila Burello Paraìso, compagna dell’artista. 
Un’operazione impegnativa, come tutte quelle del suo genere, che rende giustizia ad una ricerca più che cinquantennale, collocabile nel novero di quelle sperimentazioni spazialiste che da Fontana in poi hanno attraversato (e solcato) il secondo Novecento. Nata quasi per caso a Roma sul principio degli anni Sessanta, la ricerca spaziale di Simeti é sempre stata sostenuta da una tenace vocazione d’artista. Una coscienza formatasi in nuce nella nativa Trinacria, che lo accompagna e lo sostiene da tutta la vita, fin da quel lontano 1958 quando, dopo un accidentato percorso universitario, abbandona gli studi (scientifici prima e giuridici poi) per trasferirsi nella Capitale. Lì avviene l’incontro fondamentale, quello con Alberto Burri, per lui una vera e propria folgorazione sulla via di Damasco. Il grande artista umbro lo impressiona potentemente al punto da inibirgli ogni altro futuro possibile se non quella della pittura. Dopo alcune iniziali sperimentazioni materiche Simeti è approdato ad una cifra stilistica che ancora oggi lo contraddistingue. Vi giunge – è importante sottolinearlo – in totale autonomia da quanto si andava facendo contestualmente a Milano o altrove. Nelle sue mani la pittura si fa scultura attraverso quella caratteristica forma ovale che si plasma e si trasforma, divenendo primum movens di ogni creazione ma anche segno distintivo, inconfondibile, simbolo di ciascuna opera, piccola, grande o monumentale che sia. Nell’esasperato e faticoso tiraggio della tela quella forma ne è ingabbiata dando luogo a molteplici rapporti chiaroscurali. È qui la vera magia di ogni ricerca analoga, in quella luce che scivolando sulle superfici le annulla o le potenzia, disegna forme o ne cancella i contorni, in un gioco di sguardi costantemente mutevole, metamorfico. Monocromia e rilievi sono le cifre con cui ha conquistato il suo posto nel variegato panorama dell’arte, imponendosi per qualità e coerenza. Simeti nelle sue opere plasma luce, colore e materia raggiugendo effetti assai poetici, determinati anche dall’alternanza di superfici piane e curve da cui trae andamenti complessi eppure chiarissimi sul piano formale. Un percorso lineare il suo, dettato dai molteplici andamenti dell’ellisse, isolata o in serie, all’interno del quale tuttavia è possibile riconoscere periodi, snodi e caute virate. 
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Turi Simeti, 3 ovali rossi, 2017 80×80 cm
I due poderosi volumi del catalogo generale tracciano per intero questa ricerca, coerente e mai monotona. Racchiuso in un pregevole cofanetto cartonato il catalogo, che, non senza ironia, l’artista misura non sul numero della pagine (1400 complessive) ma sul peso (oltre sette chilogrammi), oltre che da numerose immagini a colori è corredato da testi bilingue (italiano e inglese), dall’antologia critica e da dettagliati apparati bio-bibliografici. Il primo tomo ne ripercorre ad anno la carriera, corredando immagini di opere e foto private con decine di pieghevoli, inviti e copertine di cataloghi. Si parte dalla prima esposizione (la collettiva presso la Galleria Numero di Fiamma Vigo a Firenze nel 1961) e con la fondamentale mostra “ZERO Avantgarde 1965” nell’atelier di Lucio Fontana, promossa da Nanda Vigo, e si prosegue con la partecipazioni a svariati premi, le tante esposizioni in Italia e all’estero, le copertine delle riviste, i progetti installativi e performativi (celebre la Distruzione dell’aliante con successivo inscatolamento alla Galleria La Bertesca di Genova nel 1971) e soprattutto le relazioni private (due le compagne della sua vita, Carla Ortelli ed Essila Burello Paraìso) e le amicizie importanti, da Enrico Castellani a Vincenzo Agnetti, da Germano Celant a Grazia Varisco, da Gianni Colombo a Bruno Corà. Una vita per l’arte, vissuta tra gli artisti con tenacia, serietà e discrezione. 
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Turi Simeti, 5 ovali bianchi 100×80 cm 2017
Il secondo tomo riproduce circa 2mila opere realizzate tra il 1960 e il 2016, selezionate tra quelle registrate presso l’Archivio dell’artista costituito nel 2013. Solo dipinti. Mancano i lavori su carta, le sculture, le ceramiche, le grafiche, le installazioni, i multipli, lavori eterogenei per i quali sono in progetto apposite pubblicazioni. Ciascun dipinto è schedato, riportandone cronologia, dimensioni, numero d’archivio, collocazione ed eventuali esposizioni. Figurano opere importanti per la carriera dell’artista, dalle prove burriane, realizzate con stoffe e bruciature, al Pacchetto del 1961 di assonanza manzoniana, dai primi ellissi a rilievo, ritagliati nel cartone e applicati sulla tela, datati a primi anni Sessanta (tra questi anche 24 ovali bianchi del Museo del Novecento di Milano), alla sconfinata serie di ovali estroflessi, con superfici o bordi aggettante. Molte le opere entrate in collezioni prestigiose o musealizzate: 2 ovali bianchi, 91 ovali neri, Segno rosso, 7 ovali blu e 5 ovali neri, tutte in Collezione Prada a Milano; Ovali neri e 48 ovali bianchi alla GAM di Torino; Superficie bianca con 4 piccoli ovali al Museion di Bolzano; Superficie bianca al Museo di Villa Croce a Genova, Acquerello bianco su tela sagomata alla GNAM di Roma; Un ovale bianco al MAGA di Gallarate; Ovale grigio alla Pinacoteca Civica di Macerata; Un ovale bianco alla Vidal Sassoon Collection di Londra; Grande tondo bianco nella Pinacoteca Civica di Marsala; 3 ovali neri alla Fondazione Ghisla Art Collection di Locarno, e molte altre.
Un’operazione scientificamente condotta, che oltre a ricostruire con rigore filologico la ricerca di un artista, ne svela la carriera e ne illumina il pensiero, re-inserendo la sua vicenda umana in un tracciato storico più vasto, denso di avvenimenti e di protagonisti.  
Carmelo Cipriani 

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