27 novembre 2017

I Guggenheim perduti

 
Mentre a Bilbao, da vent'anni, il Guggenheim di Frank Gehry ha cambiato un'intera area, ecco tutti i luoghi che hanno rifiutato il brand. A loro discapito?

di

Dopo quasi due decenni di trattative per convertire Punta della Dogana, nel secondo museo veneziano dopo la Peggy Guggenheim Collection, la Fondazione Solomon R. Guggenheim perse l’offerta contro i trent’anni di affitto dati a Mister François Pinault. Che rifiutò anche la joint venture con la Fondazione.
Ecco il primo caso esemplare, ricordato da The Art Newspaper, in occasione dei vent’anni del Guggenheim di Bilbao, dei “Guggenheim non realizzati”.
Ma c’è anche Rio de Janeiro il cui progetto fu siglato nel 1999 e abbandonato nel 2005: il sindaco di allora, Cesar Maia, chiese a Jean Nouvel che si presentò con un progettato parzialmente sommerso dall’acqua nel porto di Pier Mauá.  Nel 2003, però, un consigliere locale citò in giudizio il progetto, bloccandolo, sulla base del fatto che il Guggenheim richiedeva pagamenti in dollari USA e si estendeva oltre il mandato di Maia.
Ci doveva essere poi il Guggenheim taiwanese di Taichung, firmato da Zaha Hadid. In questo caso il governo centrale di Taiwan alla fine rifiutò di partecipare all’operazione, visto che doveva coprire qualcosa come l’80 per cento di una cifra assolutamente folle che si aggirava intorno ai 190 milioni di dollari.
A Guadalajara, Messico, tredici anni fa un consorzio privato pagò 2 milioni di dollari per intraprendere uno studio di fattibilità. Il progetto vincente, realizzato dall’architetto messicano Enrique Norten, immaginava una torre di 24 piani che dominava la gola del fiume Santiago. Uno scempio bello e buono, aggiungiamo. E mentre la campagna di raccolta fondi del consorzio si è arrestata, l’uomo d’affari e collezionista Jorge Vergara, a capofila dell’operazione, ha dichiarato che il costo stimato di costruzione di 170 milioni è troppo alto.
Sempre Hadid, invece, vinse il concorso per Vilnius: 75 milioni di dollari da investire nella Capitale lituana nel 2008. La sede, 13mila metri quadrati, avrebbe dovuto inaugurarsi nel 2011. Il piano, qui, è crollato tra accuse di sottrazioni indebite di fondi che pesano sulla municipalità. 
Infine Helsinki, che nel 2016 dopo oltre cinque anni di tumultuosi negoziati, ha rigettato un piano da 138 milioni di dollari per realizzare un museo sul lungomare della città. I politici si sono opposti alla sovvenzione di un’entità privata in un periodo di austerità e hanno espresso il desiderio di un’istituzione “locale”. La fondazione Guggenheim ha dichiarato in un comunicato che è stato “immensamente fiera” della competizione architettonica aperta che aveva visto qualcosa come 1.715 candidature.
Chi è il prossimo? 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui