21 novembre 2017

“Inhotim” al gabbio

 
Il collezionista Bernardo Paz, fondatore del celeberrimo parco d'arte brasiliano, è accusato di riciclaggio di denaro sporco e la sentenza gli infligge quasi 10 anni di carcere

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L’accusa non è delle più innocenti, anche se per il Brasile – diciamolo schiettamente – non è certo una novità. La pena, però, 9 anni e tre mesi, non è delle più leggere. Parliamo di Bernardo Paz, collezionista latino che ha legato il suo nome alla creazione dello splendido parco d’arte Inhotim, nel 2006, a sud ovest di Belo Horizonte.
Il miliardario (proprietario di una catena mineraria) e sua sorella, Virgínia de Mello Paz, che a sua volta ha ricevuto una condanna di cinque anni e tre mesi, sono accusati di aver istituito – dieci anni fa – un fondo per accettare donazioni per Inhotim. Ma questi fondi sono stati – stando alle accuse – trasferiti nelle altre compagnie di Bernardo Paz. 
Secondo il New York Times le condanne sono state pronunciate a settembre, ma sono state rese pubbliche dai PM dello stato del Minas Gerais solo qualche giorno fa.
Secondo alle dichiarazioni tra il 2007 e il 2008, Horizontes – un’organizzazione fondata da Paz – ricevette un totale di 98,5 milioni di dollari da un fondo con sede alle Isole Cayman; questi importi furono raccolti come donazioni all’Instituto Cultural Inhotim, ma poco dopo sarebbero stati usati in vari modi “per pagare le varie società di proprietà di Bernardo Paz”. All’epoca Paz possedeva un gruppo di 29 società minerarie e siderurgiche chiamato Itaminas, acquistato da una società cinese nel 2010. 
“Vorremmo chiarire che questa è un’istituzione senza scopo di lucro, classificata dal governo statale come organizzazione di interesse pubblico, indipendente dalle compagnie di Bernardo Paz. L’Istituto è finanziato attraverso contributi diretti di singoli mecenati e fondazioni giuridiche, con il supporto della legge federale e statale. I conti sono attentamente revisionati da parte del ministero della cultura brasiliano e sono controllati da Ernst & Young, ogni anno” è la dichiarazione del centro, mentre la coppia fratello-sorella Paz hanno annunciato l’appello in tribunale.
Inhotim ha, ad oggi, 26 padiglioni e grandi installazioni create da artisti come Matthew Barney, Yayoi Kusama e Doug Aitken disseminati in 140 ettari di giardini botanici dell’omonimo istituto, e il direttore artistico è attualmente Allan Schwartzman, di Sotheby’s Art Agency.
“Questa è un’istituzione no-profit legale, venerata e certificata dal governo federale. Conosco il signor Paz come un uomo di grande integrità e visione che ha sviluppato Inhotim per il bene pubblico. La base di mecenati che sostengono il centro, negli anni, è aumentata e continua a crescere”, è l’ultima nota pubblicata da Schwartzman.

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