23 novembre 2017

Lettera dallo Yemen

 
Nel Paese della "guerra dimenticata" prende corpo la voce di un artista. Che non cambierà le sorti, ma forse farà riflettere qualcuno

di

Ahmed Jahaf ha scritto a The Art Newspaper. Ahmed è un grafico e artista che vive nella capitale yemenita, Sanaa. 
“Il mio lavoro è ispirato alla guerra guidata dall’Arabia Saudita. Vivo, come i miei concittadini, sotto costanti bombardamenti e blocchi. Abbiamo vissuto tutti così dal 26 marzo 2015. Sono trascorsi più di 900 giorni da quando la “guerra dimenticata” è iniziata nello Yemen. Siamo di fronte alla più grande crisi mondiale nella sicurezza alimentare, con oltre 17 milioni di civili affamati. Sentiamo i suoni degli aerei che volano e le bombe che distruggono edifici e uccidono la popolazione. Ora stiamo anche affrontando una crisi del colera. Nel 2015, una coalizione di Paesi guidati dall’Arabia Saudita ha iniziato a bombardare e imporre un blocco allo Yemen con il sostegno dei governi di Stati Uniti e Regno Unito. Così ho deciso di parlare e cercare di rompere il blackout dei media. Sono arrabbiato perché USA e Inghilterra stanno sostenendo la coalizione guidata dai sauditi e stanno vendendo, ancora, armi in Arabia Saudita.
Nelle mie opere ci sono solo due parole: “guerra” e “pace”.
Con il mio lavoro sto solo cercando di mostrare la bruttezza della guerra, quello che succede durante un conflitto mentre il mondo osserva in silenzio. Questo è il mio modo di protestare contro l’ingiustizia di questo conflitto dimenticato e di chiedere la pace. Creo di notte, usando Adobe Illustrator e Photoshop. Sto usando il mio talento artistico per raccogliere pubblicità e attirare l’attenzione del mondo sulla situazione qui.
Tra le mie opere, l’immagine che ha avuto il maggior successo rappresenta il globo terrestre, e mostra lo Yemen come un’area rosso sangue con un pennacchio di fumo. Un’altra immagine mostra la Statua della Libertà in piedi tra le macerie di un edificio yemenita distrutto. Ho anche dipinto un bambino, Buthaina, l’unico sopravvissuto di un recente attacco aereo che ha ucciso i suoi genitori, cinque fratelli e uno zio.
L’8 ottobre scorso 145 persone sono state uccise e ci sono state vittime dopo un attacco a un funerale a Sanaa. Un massacro che non è stato riportato o coperto dala stampa come altri massacri stranieri. Dopotutto sono solo yemeniti e questa è la guerra dimenticata”.

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