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Sulla facciata della Chiesa di San Francesco, a Noli, c’è una grande immagine di una donna, un volto che ci racconta dell’eterno incontro di storie e culture che provengono da luoghi distanti. È il ritratto, preso da un frame video, di Rasha Miech, donna fuggita dalla guerra in Siria, arrivata dal Libano in Italia grazie al corridoio umanitario organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, che Adrian Paci ha apposto sull’edificio sacro risalente al XIII Secolo. Una sostituzione esplicita, sfacciata, carica di una forte valenza tanto simbolica quanto tangibile, architettonica. E questa simbolica sovrapposizione si ripete anche all’interno, nella navata, dove un grande schermo proietta il video integrale, in cui Paci ha colto la storia di Rasha Miech, ascoltando le sue parole e i suoi silenzi, osservando i gesti e le espressioni del volto, mentre dice: «Ho trentacinque anni e sono di origine palestinese».
L’installazione dell’artista nato a Scutari, in Albania, nel 1969, è stata curata da Francesca Pasini, Andrea Canziani e Gloria Bovio, con il supporto della Diocesi di Savona-Noli e della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Liguria. L’installazione è stata presentata dalla Fondazione Culturale Noli, nell’ambito di Considerazioni Intempestive, ciclo di incontri dedicati all’arte contemporanea, in occasione della tredicesima Giornata del Contemporaneo organizzata da AMACI-Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani e sarà visitabile fino al 17 gennaio 2018.