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Cosa succede se un artista si confronta con il sapere tecnico e i processi produttivi di un’azienda e con uno spazio espositivo insolito in cui intervenire? Parliamo di Michele Spanghero, dell’azienda OMP Engineering e di Fabbrica Alta a Schio, uno dei più importanti monumenti dell’archeologia industriale italiana. Il risultato è High Rise, installazione sonora site specific in cui l’artista ha sospeso dal soffitto sei tubi in alluminio, ciascuno alto come ogni piano dell’edificio, creando una lunga linea prospettica centrale nell’intento di sviluppare orizzontalmente la Fabbrica, famosa proprio per la sua verticalità. All’interno di ciascun tubo un altoparlante emette onde sonore intonate sulle frequenze armoniche di risonanza dell’edificio, così da creare non solo visivamente ma anche acusticamente una percezione spaziale del luogo. Questa installazione di grandi dimensioni è un ulteriore passo nella ricerca di Spanghero: è un lavoro che va apprezzato in loco per il legame con la struttura di cui è insieme “germinazione” e rappresentazione. L’opera torna, infatti, a quella dimensione site specific del lavoro che per l’artista è più rara da osservare: quella generata da un legame diretto con edifici e che non ammette una traslazione in altri luoghi. High Rise nasce nell’ambito del progetto di ricerca Artificare/Art&Business delle Università Ca’ Foscari e Iuav di Venezia, finanziato dalla Regione Veneto. L’intervento di Spanghero, che ha già suscitato l’interesse di un elevato numero di visitatori, si inserisce nelle attività di FabricAltra, percorso di rigenerazione culturale per riportare Fabbrica Alta al centro dell’attenzione della comunità locale. (Silvia Conta)
In home e in alto: MicheleSpanghero, High Rise, foto di Like Agency Biagio Camiggio