14 ottobre 2017

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Luca Pignatelli tra le sue “Opere di Carta”. Per Skira ritratto a tutto tondo dell’uomo e dell’artista
di Mario Francesco Simeone

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I fogli sono porosi, l’inchiostro ha lasciato segni ruvidi sulla patina di cellulosa dal colore caldo, sui toni dell’avorio. Voltandole, le pagine crepitano, un ritmo che scompone e ricompone l’unità del volume. È una materia consistente, una sorta di asperità orgogliosamente affermata, quella che compone il contesto fisico, il supporto di “Opere su Carta”, monografia di Luca Pignatelli, a cura di Danilo Eccher e pubblicata da Skira. Del tutto simile alla sostanza delle opere dell’artista nato a Milano nel 1962, attraversate da grafie guizzanti di muscoli potenti, corazze loricate, treni a vapore, aerei da guerra, paesaggi cosmici. 
A questa produzione poderosa, la monografia sceglie di alludere, preferendo muoversi in una dimensione non tanto privata quanto originaria, tra l’infanzia e lo studio, tempo e spazio della genesi dell’artista. La prima immagine che si incontra nel corpo del testo risale al 1967, come precisato dalla didascalia, che indica vezzosamente anche la tecnica, matite colorate su carta. Questo disegno infantile, una scena di guerra, con bombardieri, fanteria ed esplosioni come se ne fanno negli anni delle scuole elementari, viene scelto da Eccher come «innocente compagno di viaggio lungo il complesso e ricco itinerario che si snoda tra le opere su carta di Luca Pignatelli, all’interno delle sue visioni, negli intrecci delle sue riflessioni, negli equilibrismi del suo virtuosismo, nelle improvvisazioni della sua istintività». Così, la presenza dell’artista è evidenziata da una luce famigliare, l’ombra diventa una figura a tutto tondo, tra spunti biografici, dialoghi diretti e ricordi di esperienze condivise che emergono dai testi di Eccher, Arturo Carlo Quintavalle, Elena Lydia Scipioni, Arianna Bona, Anna Musini, Luca Beatrice e Luca Donninelli. Le pagine si sfogliano, scorrono le informazioni e i riferimenti sui diversi cicli figurativi, sui legami con la Pop Art e l’Informale, sui temi affrontati, si susseguono archeologie e architetture ma la dimensione dell’uomo risalta sempre in primo piano, delineata tra le parole e le opere. 
A chiusura della pubblicazione, una importante raccolta critica, con testi di Achille Bonito Oliva, Donald Kuspit, Marina Fokidis, Angela Tecce, Michele Bonuomo, Salvatore Veca, Antonella Renzitti. 
Mario Francesco Simeone  

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