13 ottobre 2017

Artverona/4. In fiera. L’aria che tira. Con un commento a caldo della direttrice Adriana Polveroni

 

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Domande e risposte, incontri e saluti, trattative, smartphone che squillano, interviste, telecamere, social networking in tempo più che reale. Artverona ha aperto ufficialmente i battenti e l’aria sembra già piuttosto carica. Ottima la risposta di pubblico, artisti, curatori, direttori, galleristi, insomma, tutti gli addetti ai lavori ma anche molti curiosi, perché questa tredicesima edizione ha puntato anche sul comunicare un certo interesse per la trasversalità. Lo dimostra la forte presenza di arte di ricerca, tra sperimentazioni che magari potranno essere instabili ma danno il polso del momento, in particolare nella sezione Scouting, novità di quest’anno, pensata come ampliamento di Raw Zone. Spazio anche ai giovanissimi, che possiamo trovare nella sezione Free Stage, con tre artisti ancora non promossi da alcuna galleria e presentati da H.H. Lim, Daniele Puppi e Giuseppe Pietroniro. Così si crea un buon equilibrio con le proposte più consolidate, presentante nella sezione principale, il cui livello qualitativo si attesta su selezioni indovinate. Galleristi sorridenti, evidenziano un collezionismo bene informato, con le domande giuste al posto giusto e indovinato è anche il numero delle proposte, 140, quanto basta per una immersione nella produzione artistica senza perdere il fiato. Si notano le visite dei team di MIART e di Art Basel e «questo interesse da parte delle altre fiere è sicuramente un buon segno ma per una visione d’insieme, per i risultati, dovremo aspettare lunedì», ha commentato a caldo Adriana Polveroni, direttore artistico di Artverona.

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