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“Quando guardiamo una nostra fotografia, ricordi che prima erano immateriali e confusi si arrendono improvvisamente all’immagine stampata. Le foto sostituiscono i nostri ricordi astratti, ed è come se la nostra identità fosse certificata da una serie di scatti.” Partendo da questa riflessione, il duo di fotografi spagnoli Albarrán Cabrera (Anna Cabrera e Angel Albarrán) ha ideato il progetto fotografico “This is you, here”.
Tutto iniziò quando un amico comune regalò ad Anna e ad Angel una scatola piena di negativi che aveva trovato nella spazzatura. Dopo averli sviluppati, scoprirono una serie di ritratti di famiglia risalenti a una quarantina di anni fa, tutti sottoesposti, dove ogni volto era oscurato e praticamente impossibile da riconoscere. Unendo le loro foto personali a quelle di sconosciuti, i due hanno creato un album di ricordi di persone e famiglie mai esistite, ma in cui ognuno di noi può riconoscersi o immaginare qualsiasi storia. La creazione di questa finta famiglia ha permesso ai fotografi di creare un progetto che esplora i concetti di tempo, identità, luogo e memoria, e dove anche la frase “This is you”, assume un significato particolare. Uno dei due fotografi infatti, racconta che quando aveva 8 anni il nonno, mostrandogli una foto che gli aveva appena scattato e che quindi era confusa e non ancora completamente sviluppata, gli disse “Questo sei tu”. Con il passare del tempo quella dichiarazione iniziò a guadagnare sempre più significato, assumendo una nuova forma come titolo dell’intero progetto, ancora oggi è in continuo aggiornamento, e che proprio quest’anno ha ricevuto una menzione speciale dalla rivista di fotografia Lens Culture, in occasione del PortraitAwards 2017 (NG)