20 settembre 2017

Guarda che lune!

 
Al via a Roma da oggi la prima personale in Italia dell’inglese Isobel Church. Allestito da Montoro12 Contemporary Art, questo progetto ha un titolo evocativo quanto misterioso (come il suo percorso espositivo) che si presta a molteplici letture: “Many Moons”.

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L’opera d’arte contemporanea, travolgendo ogni confine di genere, si sta appropriando ormai da tempo di nuovi strumenti espressivi, in un interscambio attivo con sistemi di pensiero e di cultura diversi, in modo particolare con quelli scientifici. Consapevoli che il mondo cambia quando si scoprono nuovi linguaggi, gli artisti del XXI secolo stanno avviando un rivoluzionario morphing dell’icona estetica codificata dalla tradizione, sconfinando in una vera e propria ricerca di natura epistemologica. L’odierna figura dell’artista rappresenta l’esito di una proficua esperienza transculturale che si snoda nei secoli, dal sincretismo tra arte-scienza del Rinascimento, all’indagine della relazione uomo-macchina elettromeccanica, nell’ambito di una scienza pre-einsteiniana, compiuta dagli esponenti di alcune avanguardie storiche del XX secolo, come dadaismo e futurismo; dal lavoro nel contesto di una scienza relativistica, svolto da gruppi come quelli T e N dell’arte programmata negli anni Sessanta del Novecento, all’attuale ibridazione arte-antropologia.
Ibridazione che non si spiega per qualche affinità elettiva, ma nella prossimità dei reciproci stili conoscitivi, a partire dall’esperienza, dalle sue forme marginalizzate, fino all’attenzione verso le multiformi declinazioni di quella che potremmo definire “bio-diversità culturale”.
Ibridazione che rivendica, pertanto, un’infungibile funzione propedeutica di emancipazione-aggiornamento culturale della società contemporanea verso gli effetti prossimi delle tecnologie dell’informazione, che dalle biotecnologie alla telematica, agli esperimenti di vita artificiale, porranno le basi di un radicale mutamento del nostro modo di pensare, di operare e di agire, del nostro immaginario collettivo. 
Un interessante “prequel” di ciò è visibile, da oggi, a Roma, nella personale dell’inglese Isobel Church (1984) da Montoro12 Contemporary Art. Artista giovane con all’attivo, non a caso, una laurea in antropologia. E come ogni “prequel” che si rispetti, ha un titolo evocativo quanto misterioso, che si presta a molteplici letture: “Many Moons”. Tra cui la recente teoria scientifica chiamata appunto Many Moons Theory, che suggerisce che la nostra luna è stata originariamente formata da una serie di collisioni di lune più piccole per costituire alla fine della fusione una sola, grande massa lunare. Many Moons si riferisce anche alla lunga storia della luna come indicatore reale e metaforico per antonomasia del tempo, come nell’espressione “molte lune fa”. Ma anche delle previsioni atmosferiche nell’antica società agricolo-pastorale, nei modi di dire “tempo cattivo se la luna nuova ha le corna scure; segno di pioggia se appare pallida; tempo ventoso se si presenta rossa; tempo buono se la luna è chiara e ben definita”.
Sul pavimento della galleria romana accoglie il visitatore Strange Contents, del 2016. Si tratta di un mandala, ossia di una rappresentazione simbolica del cosmo buddista e induista, nella quale tradizionalmente polveri e fili si intrecciano sul suolo. Quello della Church è ordito invece con frammenti di meteorite certificati, che formano anelli concentrici nello spazio espositivo e nell’inconscio collettivo. 
Dai confini dello spazio-tempo giunge l’inedita Ex Nihilo, delle anfore di argilla nera con inciso un codice binario rappresentativo dei nomi di tutti i buchi neri identificati. 
In mostra anche Ode to Iselle, una serie di rilievi cartacei con immagini meteorologiche emesse dall’uragano Iselle. Quest’opera è una traccia di memoria, come incisa su pietra bianca, del passaggio di questi fenomeni fugaci ma continui.   
Opere insomma, queste della Church, forme d’arte ibridate con antropologia, scienze e tecno-scienze, che documentano l’allargamento crescente dell’orizzonte creativo ed epistemologico. Da un lato, infatti, assistiamo al progressivo tecnicizzarsi e scientificizzarsi dell’opera d’arte, che inizia a secernere conoscenza, dall’altro alla graduale esteticizzazione dell’icona scientifica, che rivela sempre di più bellezza. (Cesare Biasini Selvaggi)
In home: Isobel Church durante l’esecuzione dell’opera Strange Contents
In alto: Isobel Church, Strange Contents, 2016
INFO
Opening: 18.30
Dal 20 settembre al 28 ottobre 2017
Isobel Church. Many Moons
Montoro12 Contemporary Art 
Via di Montoro, 12 – Roma
Orari: dal martedì al sabato, 15.00-19.00. Domenica e lunedì e altri orari su appuntamento.
Info: info@montoro12.it – tel. 06 68308500

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