28 luglio 2017

Bentornati a Mestre

 
Alla Bevilacqua La Masa un appuntamento che è quasi una rievocazione storica di un periodo di grazia per un luogo difficile: Mestre. Alla ribalta grazie all'arte, ieri. E oggi?

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Se c’è un fatto che dovrebbe terribilmente farci riflettere, è che ogni luogo – in Italia – non solo ha sfornato artisti d’eccellenza ma che – anche – con le giuste condizioni, ha avuto un momento d’oro. Pensiamo a Roma negli anni ’60, a Torino ai tempi dell’Arte Povera, o Napoli negli anni ’80, ma anche a realtà decisamente più piccole: Modena con la sua galleria civica, Bologna e gli anni di neon, e anche Mestre. Già, l’hinterland veneziano, la terraferma, considerata “marginale” un po’ come tutti quei luoghi in cui “le cose” accadono, è stata una fucina bella e buona. Non solo in tempi recenti con Forte Marghera, con le giovani gallerie (come Massimo De Luca), con gli spazi indipendenti (come era Sottobosco), ma anche in passato.
Non lo sapevate? Ebbene l’occasione per saperlo, o ricordarlo, è stasera. Non nella stessa Mestre però, ma pochi chilometri più al centro della laguna: in piazza San Marco, nella sede di Bevilacqua La Masa. A cura di Giovanni Granzotto si apre, infatti, “Alberto Biasi, Sara Campesan, Bruno Munari e altri amici di Verifica 8+1”.
Cos’era “Verifica 8+1”? Un’associazione nata nell’aprile del 1978 proprio a Mestre, “luogo di incontro di artisti impegnati nella ricerca di nuovi linguaggi”, e diretta dallo stesso Granzotto.
A capitanare l’avventura l’esplosiva Campesan, Bruno Munari che del centro disegnò anche il logo e il mitico Alberto Biasi, con la sua Arte Programmata che avranno, per quest’occasione, tre sale dedicate.
Un momento storico, quasi da rievocazione, in compagnia di tanti altri artisti tra cui si contano anche Marina e Julio Le Parc, con opere in arrivo dalla GNAM di Roma, dall’Ermitage di San Pietroburgo al Belas Artes di Santiago del Cile, al Macba di Buenos Aires. Per chi pensa che l’arte italiana sia sempre bella, ma addormentata. A volte basta poco per svegliarla in “letti” geografici che paiono inconsueti; il problema è sempre farla “viaggiare”. Ma questo è un altro paio di maniche. Per ora bentornati a Mestre. (MB)

1 commento

  1. Verifica 8+1: articolo bellissimo.
    Peccato che non si sia scritto un particolare molto importante: che la mostra è uno dei 23 Eventi Collaterali
    della 57. Biennale di Venezia. E poi perché non fare i nomi di tutti gli artisti, visto che sono pochi?
    Li aggiungo io: Biasi, Campesan e Munari con una sala personale per ciascuno e poi: Edoer Agostini, Marina
    Apollonio, Aldo Boschin, Franco Costalonga, Nadia Costantini, Horacio Garcia Rossi, Ferruccio Gard, Julio Le Parc, Maria Teresa Onofri, Nino Ovan, Rolando Strati, Sandi Renko, Mariapia Fanna Roncoroni e Claudio Rotta Loria. Fatta eccezione per il…mio, tutti nomi di spessore. Grazie.

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