30 luglio 2018

INDEPENDENTS

 
Incontro con Bianco-Valente, che a Latronico (Potenza) da dieci anni hanno aperto il cielo. E rotto schemi
di Jack Fisher

di

Il mio viaggio prosegue ma rimango al sud, dalla Campania alla Basilicata, a Latronico, per incontrare Bianco-Valente. Il duo napoletano segue da dieci anni con Pasquale Campanella uno straordinario progetto di arte pubblica, A Cielo Aperto, che nasce all’interno dell’Associazione Culturale Vincenzo De Luca, perseguendo l’idea di lavorare alla costruzione di un museo diffuso all’aperto in cui diverse opere permanenti dialogano con l’ambiente montano e di intervenire nello spazio urbano con progettualità condivise e partecipate. Negli anni A Cielo Aperto ha coinvolto sempre di più gli abitanti di Latronico, anche quelli che tornano solo nel periodo estivo, e l’ospitalità degli artisti ha contribuito nel tempo all’attivazione di una microeconomia. Nella pratica artistica, la relazione e il coinvolgimento non strumentale delle persone che vivono sul territorio d’intervento sono di grande rilevanza, creando momenti di riflessione sulla storia della comunità e recuperando processi vitali, culturali e comunicativi che vanno oltre gli steccati disciplinari, verso una condivisione pubblica.
Bianco-Valente, come siete arrivati a Latronico?
«I nostri luoghi di elezione sono tre: ovviamente Napoli, che è la città dove ci siamo incontrati, il posto che ci ha formato e che ogni nuovo giorno continua a destare in noi meraviglia e repulsione; gli altri due vertici della nostra costellazione esistenziale sono invece Latronico, in Basilicata, dove è nata Giovanna e dove torniamo abbastanza di frequente, e poi San Giovanni in Fiore in Calabria, che è il luogo di origine della famiglia di Pino (che è però nato a Napoli). Questi due centri montani condividono le stesse storie di emigrazione e svuotamento, la conseguente impossibilità di mantenere vivo un discorso coerente e a lungo termine che attraversi più generazioni. La socialità, l’economia e l’architettura di questi territori appaiono sfilacciate, con enormi vuoti che lambiscono grandi potenzialità ancora inespresse».
null
A Cielo Aperto presentazione Volume, Latronico

Ci raccontate di “A Cielo Aperto?” Quale è il pensiero filosofico che sta alla base di questo progetto e come si costruisce? 
«”A Cielo Aperto” è un progetto dell’Associazione Culturale Vincenzo De Luca, nata nel 2005 per ricordare la figura di Vincenzo, artista autodidatta emigrato da Latronico a Sesto San Giovanni per lavorare come metalmeccanico e che è poi scomparso prematuramente. I circa 50 soci, al fine di garantire la continuità delle attività nel tempo, sganciandosi da eventuali capovolgimenti di fronte delle varie amministrazioni, stabilirono fin dal principio il rifiuto a qualunque forma di finanziamento pubblico, praticando l’autosostentamento mediante le quote associative. Un principio molto semplice, ma dirompente rispetto alle logiche con cui si muovono perfino importanti fondazioni private che a volte fanno capo anche a grossi brand, ma che comunque non possono fare a meno di ingenti finanziamenti pubblici per portare avanti le loro attività e che quindi diventano, loro malgrado, espressione politica di chi elargisce i fondi. Questo è uno dei due elementi che marca la differenza fra “A Cielo Aperto” e altre esperienze simili, mentre l’altro è che al posto di lavorare con 10-20 artisti ogni anno con la formula del festival o della mostra temporanea, preferiamo invitare un solo artista che con una sua opera contribuisca alla costituzione del museo A Cielo Aperto di Latronico».
Qual è la ricaduta nel territorio?
«C’è da premettere che il museo A Cielo Aperto di Latronico non è composto esclusivamente dalle opere ambientali lasciate in permanenza, con le quali gli abitanti si relazionano quotidianamente. Quella è solo la punta dell’iceberg. Ogni anno invitiamo altri artisti, musicisti, performer, architetti etc. per condurre dei laboratori che coinvolgono persone di fasce di età differenti e che si concludono con delle azioni performative a cui viene invitata a partecipare tutta la popolazione. Questo, unito al fatto che anche gli artisti invitati a realizzare l’opera permanente coinvolgono gli abitanti nello sviluppo del loro progetto, fa sì che si sia creata una certa consuetudine nel rapporto con l’arte e gli approcci più disparati messi in atto dagli artisti. Questo non è ovviamente un processo a senso unico, e molti degli artisti invitati restano a loro volta affascinati dal contesto naturalistico e sociale del luogo e hanno innestato legami autentici che perdurano nel tempo».
null
Bianco Valente, Ogni Dove, 2015
Come avete festeggiato i primi dieci anni? Cosa succederà nella prossima edizione?
Abbiamo festeggiato i primi dieci anni di “A Cielo Aperto” con un importante volume pubblicato dalla casa editrice Postmedia books che è stato presentato in prima battuta proprio a Latronico, in una serata di agosto, in cui erano presenti gran parte degli autori che hanno donato un contributo critico al volume e molti artisti, anche quelli delle primissime edizioni, a testimonianza del fatto che questo progetto tende a creare non interventi mordi e fuggi, ma relazioni stabili e durature fra noi e gli artisti ma anche fra gli artisti e il territorio. Per la prossima edizione abbiamo in programma diverse attività: un workshop finalizzato alla costruzione di una mappa di comunità condotto da Spazi Attivi, un gruppo di urbanisti e sociologi con base a Firenze, accompagnato dalla presentazione del progetto “(T)here” di Giovanni e Giuseppe Giacoia, due artisti di Latronico di cui uno residente a Glasgow, da cui emergerà un’opera permanente da realizzare per l’edizione 2018; la presentazione di una nuova performance di Filippo Berta sul confine fra spazio pubblico e spazio privato, che è anche il tema della sua opera permanente che verrà presentata il 12 agosto. Per finire, un workshop sulla fotografia del paesaggio condotto da Maurizio Montagna, un fotografo che è anche docente alla NABA di Milano. Anche lui realizzerà un’opera permanente che verrà inaugurata nel 2018».
Jack Fisher

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui