26 giugno 2017

Le guardiane dei musei viste da Andy Freeberg

 

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Fotografare le opere d’arte è oramai un’abitudine diffusa da molto tempo, in Italia anche prima del 2014, anno in cui Franceschini abolì il divieto di scattare foto nei musei. Impossibile però non considerare i lati negativi, e infatti il dibattito sulla questione rimane aperto, tra problemi di copyright, disturbo per gli altri visitatori, uso del flash e via dicendo. Certo è che tra i cosiddetti “turisti digitali” dovrebbe prevalere il buon senso, soprattutto quando si pensa alle stanze affollatissime dove centinaia di persone assalgono con le loro macchinette, smartphone o simili, grandi capolavori come la Gioconda o la Ronda di Notte di Rembrandt. Andy Freeberg invece ha preferito fare tutt’altro, fotografando le persone di guardia nelle sale di due dei musei più celebri del mondo: l’Hermitage di San Pietroburgo e il Puškin di Mosca. Protagoniste della serie Guardians sono donne che, senza divisa ma con i loro abiti di tutti i giorni, rimangono sedute per ore accanto ai grandi capolavori dell’arte. Persone e quadri sembrano fondersi  insieme con l’ambiente circostante, creando nuove e inaspettate composizioni. Quando Freeberg espone i suoi lavori stampa le foto a grandezza naturale, proprio per fare immergere ancora di più l’osservatore in queste sale e mettendo così l’accento non solo sulle opere e la storia di un Paese, ma anche sul nostro rapporto con l’arte e la nostra percezione dello spazio. (NG) 

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