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Fu il pionere della moderna fotografia a colori, e ancora oggi è considerato uno dei fotografi più importanti del nostro tempo. Stiamo parlando di Stephen Shore, newyorchese classe 1947, che con i suoi scatti ha creato un nuovo linguaggio con cui raccontare l’America e le sue contraddizioni. Shore iniziò a scattare fotografie a dieci anni, dal 1965 al 1967 frequentò la Factory di Andy Warhol, e a soli 24 anni entrò nella collezione del MoMA, ma fu nel 1973 che divenne noto al grande pubblico, grazie American Surfaces. Con una fotocamera 35mm e pellicole a colori, Shore creò una serie di immagini che, come nello stile dell’istantanea, mostrano tutto quello che aveva incontrato durante il suo viaggio di due anni attraverso gli Stati Uniti: persone, strade, cartelloni pubblicitari, stazioni di servizio, motel, parcheggi, segnali stradali e così via, creando un archivio di immagini uniche ora raccolte nel volume Stephen Shore: Selected Works, 1973-1981. Aperture, la fondazione no-profit che ha pubblicato il libro, ha chiesto a quindici tra fotografi, curatori, registi e personaggi del mondo dell’arte come Hans Ulrich Obrist, David Company, Quentin Bajac e Wes Anderson, di scegliere dieci fotografie a testa e di accompagnare ogni scatto con un commento sul lavoro di Shore, che dopo tanti anni ancora continua a stupire e a influenzare generazioni di artisti e fotografi. Vi proponiamo una piccola anteprima delle 150 immagini che troverete nel libro, in attesa della retrospettiva che inaugurerà al MoMA il 19 novembre 2017. (NG)