24 febbraio 2017

Liu Bolin, e il corpo mimetizzato dei “Migrants”. La prima mostra pubblica del progetto, realizzato al CARA di Mineo, va in scena a Palermo

 

di

Imperversa sulle pagine dei quotidiani e non solo, nella sua mimetizzazione per il brand Moncler, ma Liu Bolin – il grande artista cinese “camaleonte” – a Palermo torna ad assumere (da oggi e fino al 17 marzo) un tono più politico.
Per la prima volta in pubblico, dopo la presentazione nello stand della galleria veronese BOX ART lo scorso anno a MIA Photo Fair, ai Cantieri alla Zisa arrivano i sei scatti della serie “Migrants”, realizzati in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio e una ventina di profughi del C.A.R.A. di Mineo, in provincia di Catania.
Un progetto tutto siciliano, per tornare su quei corpi che “evocano la relazione evanescente tra la vita e la morte”. 
Che cosa si vedrà? Per esempio lo scatto Memory Day (sopra), che mostra una serie di corpi sdraiati sulla spiaggia del Lido Verde, color sabbia: «Per qualcuno possono sembrare cadaveri; invece il mio intento è di descrivere il loro arrivo e l’inizio del loro futuro», spiega l’artista, che è a sua volta ritratto nel pezzo The Hope: Bolin ha scelto di fondersi con la prima barca che nel 2013 ha trasportato dei migranti dall’Africa sulle coste catanesi. Tra essi, sei bambini egiziani che, stremati dal viaggio su quel peschereccio, sono annegati tragicamente cercando di guadagnare la riva, a pochi metri dalla spiaggia dello stesso Lido. Una progetto dal tono tragico, e forse un po’ surreale come tutte le azioni dell’artista cinese: connubio perfetto per un tema difficile, come una traversata dalle grandi speranze.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui