23 gennaio 2017

Fino al 30.I.2017 Interrogare lo spazio Ferrarin Arte, Legnago

 

di

Sei artisti per Interrogare lo spazio alla galleria Ferrarin Arte di Legnago (VR). La mostra, a cura di Luigi Meneghelli, si configura come una vera e propria indagine sullo spazio che le opere abitano e che le opere creano. Gli ambienti della galleria non fungono da mero contenitore espositivo, ma sono ripensati e ridisegnati, messi in discussione e riaffermati, unificati in un solo organismo e moltiplicati in infinite possibilità di visione ed esperienza. Lo spazio diviene palcoscenico, teatro di relazioni attive e immersive in cui al visitatore viene chiesto di essere parte attiva. 
Seguiamo così non un percorso, ma più percorsi – reali e potenziali – dagli Idrofoni di Pietro Pirelli – immateriali e fuggenti come il suono dell’acqua a cui danno voce – alle esili figure di Alex Pinna – tangibili nella loro presenza materiale, ma irraggiungibili nel loro solitario silenzio: equilibristi senza identità, segni nello spazio, ombre riflesse. 
La stessa materialità sfuggente la troviamo nelle opere degli altri quattro protagonisti: le geometrie di luce di Carlo Bernardini sono linee di tensione lanciate nello spazio, opere fluide e molteplici, che cambiano a seconda del punto di osservazione; i Ludoscopi di Paolo Scirpa creano pozzi virtuali fatti di luce e di illusione, per “un’idea di spazio visibile ma impercorribile” (Meneghelli), trascendendo i limiti fisici dello spazio per cercare un luogo (o meglio un non-luogo) che è proprio solo della visione. E infine le ossessioni geometriche di Emanuela Fiorelli – le cui reti di fili tesi, intrecciati, riflessi producono fragili architetture di segni e ombre; e le iterazioni lineari di Paolo Masi, una concatenazione di azioni e composizioni con un effetto quasi musicale, ritmico. 
Carlo Bernardini, Superficie virtuale con linee di luceombra, 1998, pigmenti in polvere acrilici bianchi e fosforo su tavola, lampada di wood, cm 70x100
Un dialogo tra diverse generazioni di artisti in cui gli stili si sciolgono in un discorso complesso fatto di rimembranze e di assonanze molteplici in un continuo gioco di luci e ombre, di proiezioni e punti di vista incrociati per leggere le opere non singolarmente ma in rapporto tra loro e con lo spazio che le ospita. Meneghelli ci propone un allestimento che sfugge all’idea di mostra come itinerario e alla percezione di opera come documento o merce. In linea con la mission della galleria e del suo direttore, Giorgio Ferrarin, Interrogare lo spazio non presenta una sequenza di ottimi pezzi da apprezzare per il loro valore singolo, ma imbastisce una narrazione, crea nuovi significati, coinvolge il visitatore in un’esperienza sensoriale e intellettuale, pone domande. Ad ogni visitatore la mostra si presenterà diversa, ad ogni mente si daranno nuove risposte, ad ogni sguardo si offriranno inediti rapporti visivi. Il valore di Interrogare lo spazio quindi si misura non solo grazie alla scelta di sei validi artisti che nel corso del ‘900 hanno saputo interpretare istanze immateriali come tempo, spazio e luce, ma anche grazie alla sapiente regia di un curatore che non si accontenta di banali schemi preconfezionati.
Jessica Bianchera
mostra visitata il 22 dicembre
Dal 29 ottobre 2016 al 30 gennaio 2017
Interrogare lo spazio
Ferrarin Arte
Via De Massari, 10
37045 Legnago
Orario: da lunedì a sabato, ore 9.00-12.30 e 15.30-19.30
Info: +39 04422074 info@ferrarinarte.it

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui