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I maligni giuravano che sul Padiglione Italia le ombre non sarebbero finite con l’inizio di Expo. E in effetti, stavolta, c’è da crederci. L’ultima indagata, infatti, è la presidente Diana Bracco, commissario di sezione per la partecipazione nazionale del Belpase.
Stavolta Expo, però, sembra non esserci dentro, ma solo qualcosa come 3 milioni di euro confluiti nella contabilità del gruppo Bracco provenienti da lavori in case private e barche. L’indagine, insomma, è per evasione fiscale e appropriazione indebita in qualità di presidente del CDA della stessa Bracco spa. I legali si sono apprestati a dire immediatamente che non c’è nessuna frode, ma la guardia di finanza lo scorso marzo ha eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip Roberta Nunnari per un milione e 42mila euro, cifra “corrispondente all’importo totale dell’imposta complessivamente evasa per effetto dell’utilizzo delle false fatture”, si legge nel documento.
«Non c’è stata alcuna frode fiscale: si tratta di contestazioni riguardanti l’inerenza all’attività d’impresa di fatture, situazione non rilevante sotto il profilo penale», ha dichiarato l’avvocato Giuseppe Bana, difensore della Bracco. Tutto vero o no, una nuova bella figura sul credito degli alti vertici dell’Esposizione Universale.