28 maggio 2015

L’arte nell’acquario. A Milano, a Palazzo Clerici, il pesce rosso è zen, con il progetto del giapponese Hidetomo Kimura

 

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Difficile pensarla come una mostra d’arte, eppure le premesse concettuali ci sono. A Palazzo Clerici a Milano, sede del Circolo Filologico a due passi dal Teatro alla Scala, da domani potrete vedere in scena una serie di acquari. 
Attenzione però: non sono strutture qualsiasi, ma firmate dall’artista giapponese Hidetomo Kimura, che per la prima volta porta questa strana ricerca fuori dal Giappone.
Di che si tratta? Dell’arte viva del pesce rosso, in lingua nipponica Kingyo, che porta con sé una storia millenaria di ricchezza e ricerca. In una serie di numerose vasche il design di interni e il lavoro di progettazione dell’acquario di Kimura, nato nel 1972, vengono “a galla” per mostrarci la complessità di questa natura-artificiale (il pesce rosso non vive nell’ambiente ma è il risultato di una serie di ibridazioni in cattività – non a caso il Kingyo era l’animale-simbolo dell’imperatore e delle persone potenti, che potevano possederne uno) arrivata nel Paese del Sol Levante alla metà del ‘500.
In un ambiente oscuro e immersivo, così, vi troverete faccia a faccia con una serie di particolari varietà di pesci, e colori.
Altra avvertenza: tenete immediatamente lontana l’idea che possano essere stati maltrattati perché l’installazione di Kimura non solo ha superato ogni step burocratico e sanitario per arrivare in Italia ma quotidianamente – come una vera e propria pratica zen – le vasche vengono ripulite, “coccolate”, per mantenere inalterata la bellezza e la lucentezza di questo nucleo di pesci che non sono stati raccolti nel Belpaese, ma arrivano a loro volta dal Giappone (e anche questo dato vi può dare l’idea di quanto siano tutelati). 
«In “Art Acquarium” [titolo della mostra n.d.r.], c’è la bellezza della natura. Il Kingyo è segno della provvidenza e spero che attraverso questo pesce elegante i visitatori avranno la possibilità di capire meglio il rapporto tra uomo e madre terra», spiega Kimura. E anche, forse, per scoprire un poco un altro lato della misteriosa civiltà giapponese, Paese chiuso e allo stesso tempo affascinante, che in questo caso dialoga anche con l’eccellenza italiana del vetro veneziano per la messa in posa di acquari che, più che dei complementi d’arredo, sono piccoli palcoscenici per una visione inattesa e una cultura storica quanto bizzarra. 

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