17 aprile 2015

I diritti negati negli Stati Uniti

 

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Ancora una volta il parlamentare democratico Jerrold Nadler e due suoi colleghi, hanno presentato al Congresso l’ART act, legge che per la terza volta viene presa in analisi e che prevedrebbe una royalty di rivendita del cinque per cento del prezzo di vendita, per ogni opera d’arte visiva venduto all’asta per 5mila dollari o più. I diritti si applicherebbero solo ai banditori che hanno venduto almeno un milione di dollari di arte visiva nel corso dell’anno precedente. 
Nonostante la legge sia cambiata diverse volte per eseguire delle modifiche che facessero sorridere Christie’s e Sotheby’s, queste ancora non hanno mai dato segno di approvazione, rendendo in pratica impossibile l’approvazione della legge da parte dei membri del Congresso.
Mentre più di 70 altri paesi forniscono copyright agli artisti visivi, negli Stati Uniti mancano le garanzie di protezione per il loro lavoro, per la loro proprietà intellettuale. L’ART act porta gli Stati Uniti in linea con la comunità internazionale, in modo che gli artisti americani possono ricevere royalties ragionevoli quando le loro opere sono vendute all’estero.
Gli oppositori affermano che andrà a beneficio solo un piccolo numero di artisti, che sono già molto famosi e di successo e che quindi non hanno bisogno di un reddito supplementare. Christie inoltre sostiene fermamente che anche le gallerie e commercianti dovrebbero essere soggetti alla legge.
La terza volta in cui viene presentata la legge potrebbe essere la volta buona per vedere approvata una legge, scomoda per alcuni, ma necessaria per molti artisti. (Roberta Pucci)

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