16 aprile 2015

L’arte dello scandalo

 

di

Megumi Igarashi, conosciuta con lo pseudonimo di Rokudenashiko, è nota ai più per le sue eccentriche opere rappresentanti genitali femminili. Dopo aver realizzato i più disparati oggetti sul modello della sua vagina, l’artista giapponese è stata arrestata lo scorso luglio per aver distribuito riproduzioni in 3D del suo organo sessuale in cambio di donazioni, necessarie per terminare l’ultimo dei suoi progetti: un kayak a forma di vulva. Alcuni giorni dopo è stata rilasciata grazie a una campagna a sostegno della libertà d’espressione, per essere poi nuovamente arrestata a dicembre, con l’accusa di oscenità. È iniziato due giorni fa il processo per determinare le sorti di Igarashi, se dichiarata colpevole potrebbe scontare fino a due anni di detenzione.
Non sarebbe la prima volta che le provocazioni degli artisti appaiono come un’offesa alla morale: la prima mostra personale di Modigliani fu sospesa per oltraggio al pubblico pudore, l’Olympia di Manet fu oggetto di grande scandalo, lo stesso Michelangelo rischiò l’imputazione di eresia per la presunta oscenità del Giudizio Universale, e potremmo citarne molti altri. La storia di Igarashi dimostra che la libertà d’espressione, nello specifico artistica, non è ancora un diritto riconosciuto in molte parti del mondo. (Giulia Testa)

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