23 ottobre 2014

Pillole di Memling. Curiosando con il curatore nel backstage della grande mostra alle Scuderie del Quirinale. E già si aspetta Matisse

 

di

Hans Memling alle Scuderie del Quirinale
Sala cinema di Palazzo delle Esposizioni, si accendono i riflettori sulla mostra di Memling in corso alle Scuderie fino al 18 gennaio. Il curatore Till- Holger Borchert anticipa il programma del ciclo di 6 incontri del mercoledì. Il Palaexpo, comme d’habitude, offre un ciclo di approfondimento sulle mostre. E stavolta ci mette  proprio del pepe: c’è  pure un tentativo di dialogare con la pittura di Matisse! Ma perché?
La notizia è accattivante ma dobbiamo aspettare dicembre per sapere i retroscena, anche se la presentazione ufficiale è stata molto generosa.
Le opere in mostra, infatti, sono state indagate con cura, con tanto di racconti del complesso backstage, dei prestiti previsti e poi non concessi. Il ciclo che prevede, dopo la prima lezione del curatore, uno spaccato del made in Italy nel 400, su clienti e mercanti genovesi e fiorentini (29 ottobre), un passaggio ideale con Bellini e Lotto (12 novembre) salta poi nel paesaggio del Nord e la ricezione in Italia (19 e 26 novembre) per arrivare al top. Il 10 dicembre, infatti, Dominique Szymusiak  con un sorprendete volo pindarico ci parlerà del profondo legame che unisce Memling con Matisse. L’ultima conferenza serve infatti da volano alla prossima mostra, su Matisse appunto, ma vuole pure giocare tra antico e contemporaneo, legando in un’unica tradizione figurativa il maestro del ritratto incorniciato, Memling, alter ego nordico di Antonello da Messina,e Matisse, il pittore della danza e del movimento. Un confronto che però, non è del tutto inatteso.
Il pittore francese che si muove tra fluttuanti figure, opera con violenza cromatica, con una rivoluzionaria concezione dello spazio pittorico proprio come succede a Bruges nel XV secolo.
Memore della lezione di Petrus Christus, Hans Memling rompeva lo spazio del ritratto con finestre aperte nello sfondo innovando e anticipando quella pittura che Filarete chiamerà “a olio”.
Ma non fa solo questo. Il pittore che, nato in Germania nel 1430, viaggia da Colonia alle Fiandre, trova a Bruges, grande come la Londra del tempo, una città brulicante di mercanti e committenti italiani e fiamminghi, vivaci e desiderosi di vedersi ritratti come  protagonisti del loro successo. 
Attraverso delicati passaggi  stilistici che da van Eyck a van der Weyden, passano a Venezia con Bellini, quel che si evince è che non solo Memling sia stato precursore di un linguaggio già internazionale, ma anzitutto pioniere di fenomeni artistici che dalla ritrattistica giungono a sfiorare le radici dell’Espressionismo, fino a Matisse! Prossimo appuntamento tra una settimana, col Rinascimento (e non solo)fiammingo. (Anna De Fazio Siciliano)

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